Israele, prepararsi al Giro

rassAncora cinque giorni e il Giro d’Italia prenderà il via con la Grande Partenza da Gerusalemme: “un evento che ha significati molto profondi”, spiega la Gazzetta dello Sport, parlando di “una nuova pagina” nella storia della gara che partirà dalla capitale israeliana con “arrivo finale a Roma sui Fori Imperiali”, sancendo “questo ponte ideale tra due delle città più iconiche del mondo”. E per raccontare il fascino di questo “ponte ideale”, la Gazzetta apre oggi una serie di approfondimenti dedicati a storie di personaggi italiani e israeliani, non solo dello sport: il primo tra questi, è il demografo Sergio Della Pergola, presidente della Comunità italiana della città di Gerusalemme, protagonista di una lunga intervista firmata da Massimo Lopes Pegna. “La storia di Sergio, – racconta Lopes Pegna – nato nel 1942, parte dagli anni di guerra e da suo padre, Massimo, ex caporedattore della Gazzetta dello Sport e inventore del Totocalcio”. Nell’intervista si ricorda anche il ruolo di Della Pergola nella Commissione dello Yad Vashem che ha nominato Gino Bartali Giusto tra le Nazioni.

Israele-Iran, il conflitto all’orizzonte. In queste ore il nuovo segretario di Stato Usa Mike Pompeo è in viaggio verso Israele, proseguendo una missione in Medio Oriente che ha come fulcro la minaccia iraniana (Messaggero). Secondo l’ambasciatore israeliano all’Onu Danny Danon l’Iran controlla in Siria un’armata di 82 mila miliziani sciiti e ha creato una base alle porte di Damasco per l’arruolamento e l’addestramento. Non solo: controlla anche cinque basi aeree. Teheran, ha dichiarato Danon – come riporta La Stampa – spende “3,5 miliardi di dollari all’anno” per l’addestramento e l’armamento dei miliziani sciiti in Siria e questo non sarebbe possibile senza la fine delle sanzioni sul nucleare. “Da allora – ha spiegato – la spesa militare non ha fatto che aumentare, dal 17 per cento del bilancio dello Stato nel 2014 fino al 22 nel 2017. Sono 23 miliardi in missili e altri equipaggiamenti”. Per il direttore de La Stampa Maurizio Molinari ci troviamo di fronte ad una guerra d’attrito tra Israele e Iran, ovvero “quando due o più Stati si combattono a distanza ravvicinata ma, per le ragioni più diverse, senza dare vita ad un conflitto di tipo tradizionale. E la versione contemporanea delle guerre tribali del deserto, la cui caratteristica è una situazione di costante conflittualità ma con intensità alterne. Se ora Iran e Israele sono protagoniste di questo tipo di confronto è perché si tratta di Stati avversari che il conflitto siriano ha trasformato in vicini geografici”.

Romania, scontro interno sull’ambasciata in Israele. Il presidente rumeno Klaus lohannis ha chiesto alla premier socialdemocratica Viorica Dancila di dimettersi “perché la premier aveva deciso – e annunciato al capo del governo israeliano Benjamin Netanyahu nella visita in Israele appena conclusa – la decisione di spostare l’ambasciata romena da Tel Aviv a Gerusalemme”, racconta Repubblica. Il quotidiano spiega che “la signora Dancila e il potentissimo leader e padrino della maggioranza Liviu Dragnea (che non può essere membro del governo in quanto pregiudicato e indagato, ma comanda e controlla tutto) avevano preso e rivelato la decisione di spostare l’ambasciata senza consultazioni con i partner della Ue, e a quanto pare senza colloqui col capo dello Stato, che ha competenze in politica estera e di sicurezza”.

Milano, festa per i 70 anni d’Israele. Oggi alla Società Umanitaria di via San Barnaba è stata organizzata una festa per Yom HaAtzamaut, la festa dell’indipendenza d’Israele. Tra musica, libri, gastronomia, dibattiti, sarà premiato il presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, racconta Avvenire Milano.

Chi tradisce la Resistenza. Su La Stampa Lorenzo Mondo riflette sugli episodi legati all’ultimo 25 aprile: “la festa della Liberazione ha offerto – scrive Mondo- una immagine della Resistenza travisata e adulterata. A Roma la Comunità ebraica ha deciso di non partecipare al corteo dell’Anpi che accoglieva i militanti palestinesi inneggianti alla lotta contro ‘l’imperialismo’ di Israele. A Milano i sopravvissuti dei lager nazisti e i testimoni della Brigata Ebraica, distintasi nei combattimenti accanto ai partigiani e agli alleati, sono stati fischiati e coperti di contumelie. Anche qui, senza provare simpatia per Netanyahu, ci si chiede cosa c’entri la Resistenza con il conflitto israelo-palestinese. E insensato considerarla fuori dal suo contesto storico, farne la pietra di paragone con ciò che accade nell’universo mondo, con le sue complessità e contraddizioni. Basta e avanza conservarne lo spirito nelle vicende del nostro Paese”.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked