Città d’Israele
A Beer Sheva lasciamo i cactus e prendiamo la strada per il Nord. Il traffico aumenta, la campagna ai lati della strada inverdisce, e ciò che mi lascia sbalordito è l’abbondanza di itinerari: i miei ricordi stradali si limitavano ad un solo itinerario, oggi si spazia tra varie alternative tutte ampie e scorrevoli. Arriviamo a Gerusalemme dalla nuova strada che ci fa entrare in città da nord. Strade di scorrimento a più corsie ci portano senza problemi verso il centro della città. Siamo alla Vigilia dello Yom HaZikaron e imprudentemente ci attardiamo nel Parco dell’Indipendenza, sempre attraente anche se lavori di ristrutturazione ne stanno trasformando l’aspetto. Alle 20 in punto suona la sirena per ricordare i caduti delle tante (troppe) guerre. Tutti si fermano e i colleghi osservano con rispetto, ma forse anche con un po’ di sorpresa questo rito insolito altrove. Poco dopo la città è totalmente chiusa e cenare diventa un po’ problematico. Risolviamo il problema con spirito di adattamento e l’aiuto di un piccolo supermercato che sta chiudendo.
La mattina successiva abbiamo l’appuntamento con l’agronomo Galfend del Municipio di Gerusalemme: doveva condurci a visitare il verde della Città con un pullmino del Comune, ma all’ultimo momento la visita salta a causa della ricorrenza dello Yom HaZikaron.
Passiamo dalla piazza Safra, dove la Municipalità ricorda i Caduti di tutte le guerre. Durante la cerimonia qualche giovane si sente male, probabilmente per l’emozione di ricordi tanto tristi: sono velocemente soccorsi da ciclo-assistenti del Magen David Adom, arrivati silenziosamente e velocissimi a prestare i primi soccorsi con biciclette attrezzate di ampi bagagliai pieni di attrezzature per il primo soccorso senza il rischio di ingorghi del traffico.
Ci dobbiamo accontentare di una visita, a piedi, ai giardini che fronteggiano le Mura della Città Vecchia, da Mamilla al Mulino Montefiore. Anche qui il giardino è stato ristrutturato per introdurre un elemento nuovo, l’acqua: una serie di salti accompagna il visitatore durante la prima parte del percorso. Procediamo verso sud attraversando lo storico quartiere Montefiore. Vecchie casette, le prime fuori dalle Mura che ospitarono ebrei grazie al supporto finanziario del filantropo Sir Moses Montefiore, sono oggi restaurate e sono appannaggio di artisti e ricchi possidenti. I fiori lungo le strade e il panorama sulle Mura le rendono uniche.
Dal Molino Montefiore ci spostiamo alla Passeggiata di Armon Hanatziv che è un insieme di tre successivi progetti di architetti famosi, Halprin, Aronson e Levin. Il panorama che si gode su tutta la città, antica, vecchia e nuova è unico. Le soluzioni architettoniche trovate sono splendide: prati verdi, cespugli fioriti, viali, ma anche “campi” di specie agricole per significare la rinascita della produzione agricola di Israele con lo sfondo di un panorama mozzafiato sulla Città. Di qui si vedono tutti i quartieri che sembrano a portata di mano. Difficile esprimere le emozioni che si provano a vedere la storia che si snoda sotto i nostri occhi, dai tempi più antichi ai giorni nostri!
Rientriamo in Città per incontrare l’architetto David Cassuto che gentilmente ha accettato di farci da guida. Ci riceve al Modello della Città. Un enorme (400- 500 metri quadrati) plastico della Città al piano terra del Municipio: oltre che spettacolare è uno strumento urbanistico. Chi vuole costruire un nuovo edificio, deve produrne un modellino in scala, che viene inserito nel plastico, in modo da valutarlo esteticamente: a seconda del giudizio la domanda è accolta o respinta. Ci spiega anche quali sono le linee di sviluppo della città che ha mantenuto l’impronta britannica di sviluppare gli edifici sulle colline, lasciando sgombre le valli dove vengono invece sviluppate le vie di comunicazione.
Terminata la visita al Municipio l’architetto Cassuto ci accompagna al Beit Haknesset Italiano che viene aperto appositamente per riceverci. Qui ci spiega sia i problemi e le relative soluzioni architettoniche della ricostruzione a Gerusalemme di quello che era il Beit Haknesset di Conegliano Veneto, oltre a raccontare la storia e le vicissitudini di entrambi gli edifici. Gli splendidi arredi barocchi vengono aperti e spiegati sotto gli occhi ammirati dei visitatori con quel modo tipico dell’ Architetto Cassuto che con semplicità sa unire la tecnica alla storia e alla tradizione, dando al suo discorso un tono tutto particolare, molto apprezzato dai visitatori che vi hanno colto elementi nuovi ed inaspettati.
Alla sera, concerti da podi temporanei, balli in piazza: comincia Yom HaAzmaut. Il giorno successivo, giornata libera, chi va sull’Har Ha Bait, e al Santo Sepolcro, chi invece a En Gedi.
Prima del tramonto scendiamo a Tel Aviv dove, in albergo al Dizengoff Circus durante una simpatica happy hour sul terrazzo si gode uno splendido panorama sui grattaceli di Tel Aviv. Ciò che sorprende è la varietà incredibile di forme.
La mattina seguente l’architetto Leor Lovinger ci aspetta per mostrarci il luogo dove a breve sorgerà il quartiere Nord Ovest di Tel Aviv insieme al Parco costiero. Per il momento non c’è nulla e il terreno appare arido, selvaggio, a picco sul mare. Interessante è un laghetto, poco più che uno stagno, che raccoglie le acque della zona derivanti dallo sgrondo delle piogge invernali: verso l’estate tenderà ad asciugarsi, ma nel progetto sarà valorizzato al massimo. Il vento soffia impetuoso dal mare e l’ architetto, pannelli illustrativi e rendering alla mano, ci spiega che tra i vari blocchi di costruzioni saranno realizzati ampi viali alberati per far entrare il soffio del mare tra le nuove case.
Passiamo poi a vedere in un cortile, dietro alle pareti di negozi, la realizzazione di un muro”verde”. Con un cemento speciale, particolarmente poroso si realizzano pareti che possono essere irrigate e sui pori del cemento ed in particolari “tasche” del muro si realizzano spazi per far crescere piante varie che ingentiliscono e rallegrano un muro che di per sé sarebbe squallido ed opprimente.
Il tempo stringe, occorre avviarsi all’aeroporto: la prossima volta troveremo il quartiere costruito e gli alberi in piena crescita!
Roberto Jona