Gerusalemme, tributo a Bartali
I quotidiani italiani raccontano dell’onore tributato a Gino Bartali, a cui è stata conferita ieri – come raccontato sul notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24 – la cittadinanza onoraria d’Israele. “Il tributo a Bartali, eroe di pace”, titola la Gazzetta dello Sport, riportando le parole della nipote del campione, Gioia Bartali. “Nonno Gino era di una dolcezza infinita: gentile e di buonumore. Non avrei mai immaginato che avesse contribuito a salvare tanta gente. Per anni neppure mio padre sapeva”. La Gazzetta annuncia inoltre il nuovo numero di Pagine Ebraiche, attualmente in distribuzione: il “giornale dell’ebraismo italiano che per primo rivelò l’opera eroica di Gino Bartali, – sottolinea il quotidiano rosa – ha dedicato alla corsa rosa un dossier intitolato ‘Ruote e pedali’ curato da Adam Smulevich”. Alla citata riservatezza di Bartali, invece, dedica il titolo il Corriere della Sera, “Israele onora Bartali che ha tenuto nascosto tutto il suo coraggio”.
Giro d’Italia, la sfida dei ciclisti israeliani. Sarà Guy Sagiv, il corridore della Israel Cycling Academy, ad aprire domani la cronometro di Gerusalemme. Essendo campione nazionale della crono, vestirà la maglia con la stella di David e a Repubblica spiega: “È qualcosa che mi inorgoglisce e mi responsabilizza notevolmente, perché ho un simbolo addosso che per il nostro popolo significa casa, famiglia, nazione”. La Stampa ricorda poi come sia la prima volta in rosa per la squadra israeliana. “Un sogno che si realizza pochi anni dopo la nostra nascita”, racconta Ran Margaliot, manager dell’Israel Cycling Academy. Mentre l’Idea del Giro in Israele è nato ad Assisi, due anni fa. “Ero in Umbria per seguire una tappa del Giro – racconta a Repubblica il magnate Sylvan Adams, fondatore della Israel Cycling Academy e presidente onorario della Grande Partenza, – e lì andai a cena con Mauro Vegni. La nostra proposta nacque in quel momento, gliela sottoposi, tre tappe per celebrare Bartali e i 70 anni dello Stato di Israele. Ci abbiamo lavorato un anno intero, duramente. L’accordo a Milano, alla fine del Giro 2017, davanti a un panino e a un bicchiere di vino”.
L’antisemitismo di Abbas. Condanna unanime per le parole pronunciate dal leader palestinese Mahmoud Abbas, arrivato a sostenere che la colpa della Shoah fosse degli ebrei stessi. “L’ostilità contro di loro non nasceva dall’appartenenza religiosa ma dai mestieri che esercitavano: l’usura e maneggiare il denaro attraverso le banche”, ha affermato Abbas, trovando una risposta univoca al suo veleno.” “Il razzismo non minaccia solo gli ebrei ma è un attacco fondamentale alle nostre società aperte e liberali. L’Olocausto e la Seconda guerra mondiale hanno definito la Storia europea come nessun altro evento. Questa retorica offre solo munizioni a chi osteggia la soluzione dei due Stati, un accordo che Abu Mazen dichiara di sostenere ancora”, le parole dell’Ue (Corriere). “I palestinesi e gli arabi – scrive Wlodek Goldkorn su Repubblica – non hanno capito cosa sia stata la Shoah, e finché non l’avranno compreso mancheranno loro gli strumenti culturali per confrontarsi con Israele, ma anche con l’Europa e la sua memoria e identità”. Per Fabio Nicolucci (Mattino) il discorso di Mahmoud Abbas è “allarmante, perché tale richiamo ad un universo di significati antisemita non è in controtendenza con ciò che si muove nella pancia dell’Europa e dell’occidente, ed anche al di fuori di esso”.
Israele e Iran, maggio inquieto. Paolo Mieli sul Corriere parla delle tensioni che coinvolgono Israele e che avranno diversi momenti apicali in questo maggio: da una parte le manifestazioni palestinesi nella Striscia di Gaza che vanno avanti da alcune settimane e culmineranno con il “giorno della Nakba”, tra il 14 e il 15 maggio, ovvero con la data civile della nascita dello Stato d’Israele. Dall’altra le tensioni con l’Iran, che dopo il 12 maggio, quando il presidente Usa Donald Trump dirà cosa vuole fare dell’accordo sul nucleare, potrebbero crescere in modo verticale. A proposito di Iran, la Stampa racconta l’incredibile operazione del Mossad che ha portato al recupero di migliaia di documenti sul programma nucleare iraniano, rubati da un magazzino sorvegliato a Teheran. Questa missione è stata annunciata al mondo dal Premier Benjamin Netanyahu e, riporta il Giornale, l’opposizione al Primo ministro ha criticato questa gestione: “Lo show del premier non dimostra alcuna violazione nell’accordo tra l’Iran e le potenze mondiali – afferma Danny Yatom, ex capo del Mossad e in passato deputato laburista -. L’operazione con cui il Mossad ha recuperato il materiale a Teheran è stata fantastica e ci inorgoglisce, ma si tratta di materiale antecedente al 2015, non c’è niente di nuovo. E anche se questo aiuterà il mondo a capire che gli iraniani mentono e ingannano in continuazione, penso che gli Stati Uniti non dovrebbero uscire dall’intesa bensì cercare di migliorarla dall’interno, aggiungendovi l’intera questione dei missili”.
Segnalibro, La famiglia F. “La storia della Resistenza, Anna Foa l’ha vissuta sulla sua pelle (per così dire) prima ancora di nascere. Nel ventre materno, durante l’estate del 1944. Quando sua madre – una ventunenne ragazza della Torino borghese – era incinta al sesto mese ed è stata arrestata, a Milano, come staffetta partigiana”, scrive su La Stampa Sergio Luzzatto, recensendo il nuovo libro della storica Anna Foa, La famiglia F (Laterza) “Un memoir sulla storia della sua famiglia, – spiega Luzzatto – un pezzo di storia della sinistra italiana. Fin dall’inizio del Novecento, o da prima ancora. Con tutto un intrecciarsi di alberi genealogici, un discendere per i rami di nomi e cognomi che hanno contribuito alle fortune – le alterne fortune – di un’Italia laica e civile”.
Germania, il nuovo commissario contro l’antisemitismo. Da ieri la Germania ha un responsabile perla lotta all’antisemitismo. E prima di assumere il suo incarico al ministero dell’Interno, l’ambasciatore Felix Klein ha fatto sapere nei giorni scorsi di voler venire incontro alla richiesta della comunità ebraica di una registrazione più sistematica degli episodi di antisemitismo. Il 90% di quelli registrati ufficialmente – nel 2017 sono stati circa 1.500 – provengono da estremisti di destra (Repubblica).
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked