Israele saluta il Giro Viviani vince nel deserto
Un successo. Il Giro d’Italia in Israele mette d’accordo tutti e il giudizio è unanime: le tre tappe che hanno portato la corsa rosa da Gerusalemme al Mar Rosso sono state una scommessa vinta, con una partecipazione da parte del pubblico andata oltre ogni aspettativa. “Grazie Israele. Grazie Giro”, titola la Gazzetta dello Sport per sintetizzare il pensiero del suo direttore Andrea Monti, mentre il campione israeliano Guy Sagiv racconta di essere felice e un po’ stordito dall’entusiasmo dei concittadini: “È chiaro che la gente ora ami il ciclismo. Fino a tre giorni fa neppure esisteva come sport e adesso guardatevi in giro: è come se fosse diventato la cosa più importante. Fantastico!”. Dal punto di vista sportivo, è stato Elia Viviani a vincere l’ultima tappa, quella conclusasi a Eilat, confermandosi dopo il trionfo di due giorni fa. “Siamo stati fortunati con il tempo, poteva essere un problema fare questa tappa a 35 gradi”, le parole di Viviani alla Gazzetta, che invece ricorda come “il deserto del Negev ci lascia la terza, struggente cartolina di questa meravigliosa Grande Partenza del Giro 101 da Israele”. “Sono state prove tecniche di normalità, nel cuore del problema”, scrive il Corriere parlando del successo della corsa ma ricordando anche gli scontri al confine con Gaza.
Iran-Usa, l’incognita dell’accordo. Il presidente iraniano Hassan Rohani ha attaccato gli Stati Uniti in diretta tv: “Se lasciano l’accordo sull’atomica se ne pentiranno”. Niente revisioni o rinegoziazioni dell’accordo, ha detto Rohani, mandando un messaggio al Presidente Usa Donald Trump che il prossimo 12 maggio potrebbe decidere di non rispettare più l’accordo nucleare siglato nel 2015 con Teheran (Corriere). L’Iran, nel caso l’intesa salti, si è detto pronto “ad arricchire di nuovo l’uranio ma il rischio è che la decisione scateni raid da parte di Israele.- sottolinea la Stampa – Per questo i militari si preparano a contromisure. Un’opzione è quella di colpire le truppe americane in Siria e Iraq attraverso milizie alleate, che hanno già avvertito che i militari Usa potrebbero ‘diventare un bersaglio legittimo’, in caso di scontro fra Usa, Israele e l’Iran”. Intanto ieri Netanyahu è tornato a criticare l’intesa firmata da Obama, definendola “un accordo orribile”. “Siamo determinati a fermare l’aggressione iraniana, anche se dovesse significare una guerra, meglio prima che dopo” ha affermato Netanyahu. La Stampa riporta anche delle indiscrezioni riportate dall’Observer secondo cui Trump “durante la sua tappa in Israele lo scorso maggio, avrebbe contattato un’azienda di Intelligence per ‘scavare’ nelle vite dei due più stretti consiglieri di Obama – Colin Kahl e Ben Rhodes – e ‘trovare qualcosa di sporco’”.
Iran-Usa, i punti dello scontro. Sia Repubblica sia La Stampa descrivono i punti salienti dell’accordo e il perché potrebbe saltare. “Sono tre gli elementi che rendono l’accordo iniquo, secondo Trump. Il primo è la scadenza fissata al 2025, che renderebbe incerto l’orizzonte. Ed è qui che Trump è in sintonia col premier israeliano Benjamin Netanyahu, ovvero che programmi e strutture per la creazione della bomba atomica da parte di Teheran potrebbero rimanere ‘congelati’ in vista di tempi più opportuni. O quanto meno che possa procedere ad attività di ricerca militare per diversificare in altri arsenali, ancor di più perché gli accordi sulle ispezioni non prevedono l’accesso in siti che non siano considerati dediti allo sviluppo di tecnologie nucleari”, spiega La Stampa. Gli altri due punti riguardano il programma balistico iraniano (non incluso nell’accordo) e le aspirazioni regionali di Teheran, resi più importanti dal fatto che, con la sospensione delle sanzioni, Teheran si è trovata a portata di mano miliardi di dollari da dedicare agli armamenti.
Lo scontro De Benedetti-Salvini. “Un antisemita, antieuropeo, finanziato da Putin” così Carlo De Benedetti, imprenditore ed editore, ha definito il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, intervenendo al Festival della Tv di Dogliani, intervistato da Lilli Gruber. Il capo della coalizione di centrodestra ha replicato con durezza al “miliardario di sinistra che mi dà dell’antisemita”. E ha anticipato la querela (Corriere).
Bologna e leggi razziste. L’Archivio di Stato di Bologna ha realizzato una mostra dedicata agli 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziste: “La razza nemica”, il titolo dell’esposizione a cui si aggiunge un ciclo di conferenze e visite guidate dedicati agli effetti delle leggi sul territorio bolognese (Repubblica Bologna).
Segnalibro. Sul Corriere, la recensione del libro Bubelè. Il bambino nell’ombra (Il pozzo di Giacobbe), in cui l’autore Adolphe Nysenholc rievoca la sua straziante esperienza di piccolo ebreo sotto il nazismo.
Il campo profughi di Shuafat. Il Fatto Quotidiano descrive il campo profughi di Shuafat: “non è né sotto la giurisdizione di Israele né sotto quella dell’Autorità Palestinese. I rifugiati, qui, sono competenza di un’agenzia delle Nazioni Unite. L’Unrwa che però si occupa solo di istruzione e sanità. Per tutto il resto governano dei comitati popolari, in teoria, espressione di Fatah e Hamas e i vari altri partiti. a in realtà a Shuafat comandano le quattro, cinque famiglie più forti”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked