Oltremare – Giro in tandem
Anni fa un mio conoscente mi disse che nel tardo pomeriggio sarebbe stato occupato, che come ogni settimana faceva il giro in tandem nel Park Hayarkon con una persona non vedente. Me lo disse come se fosse la cosa più logica e normale del mondo, e io ci misi un po’ per collegare tutti i punti e capire: essere non vedente non vuol dire non poter andare in bicicletta, a livello fisico, salvo che per il dettaglio non secondario del non poter vedere dove si va. E suppongo che non abbiano ancora allenato cani guida abbastanza veloci da poter guidare un non vedente in bici. Quindi, tandem: idea geniale e applicata benissimo.
Mai avrei immaginato che avrei ritrovato questa idea durante il Giro d’Italia, in Israele, e sotto forma di due signori (con assoluta evidenza non ciclisti professionisti) interamente inguainati in tute rosa confetto che corrono uno in un verso e uno nell’altro sulla stessa bicicletta, tenendo anche testa non male al gruppo dei professionisti nella corsia accanto. E davvero, da dove poteva venire una così pura genialità e totale mancanza di pudore? Ma naturalmente da un kibbutz. I due sono stati intervistati da uno dei telegiornali israeliani e hanno detto di aver costruito il tandem partendo da due biciclette con un semplice sistema di catena modificata (fatta ad otto), che permette a due persone di muoversi in una direzione anche se uno è voltato dantescamente al contrario, e non vede ovviamente dove va. Un bell’esercizio di fiducia, fra l’altro. Nir e Tom Schaffer sono padre e figlio e vengono dal kibbutz Cabri, nell’entroterra poco a nord di Naharia – un kibbutz di quelli fondati appena dopo la guerra d’indipendenza, molta storia e quattro sorgenti, e coltivazioni di banane e avocado. Hanno fatto tutto questo per attirare l’attenzione non sulle loro tute rosa ma sui tandem, che permettono appunto di far andare in bicicletta anche chi non può vedere o ha altri disturbi non motori. Avessero chiesto a me, gli avrei regalato una bella scritta in italiano a caratteri cubitali da mettere sulla schiena rosa, ma anche così non sono passati proprio inosservati.
Daniela Fubini
(7 maggio 2018)