…Iran
Seppur fra mille dubbi, personalmente ero favorevole al patto di Obama con l’Iran. Principalmente per tre ragioni:
si sarebbe potuto controllare lo sviluppo nucleare iraniano, si avrebbe avuto in mano un deterrente in caso di mire espansionistiche iraniane in Medio Oriente (va sempre ricordata la propensione imperiale dell’antica Persia), si sarebbe dato supporto alla parte più filo occidentale della società civile iraniana.
Con la decisione di Trump si rimette tutto in discussione. Ora, se la decisione dell’amministrazione USA è finalizzata ad una strategia di cui io non riesco ad intravedere i contorni, ben venga. Se, invece, è ad uso e consumo domestico (smantellare ciò che ha fatto Obama), lo troverei gravissimo. Il rischio è, infatti, una crescita esponenziale della tensione nell’area (con Israele a farne in primis le spese), una marginalità ulteriore dell’Occidente nella ricostruzione mediorientale, un’ulteriore radicalizzazione del governo iraniano. Si parla molto di regime change, ma si è appena provato a farlo in Corea del Nord (e qui la responsabilità non è certo trumpiana) e si è visto come è andata a finire: un nuovo Paese dotato di arma atomica che si è costretti a far sedere al tavolo della comunità internazionale.
Davide Assael
(9 maggio 2018)