sapienza…
Nel quinto capitolo dei Pirkè Avot, la Mishnà (Avot 5,8) enumera sette caratteristiche in cui, dal modo in cui interloquisce e sostiene una discussione, si distingue il sapiente rispetto all’uomo rozzo.
Il commento Tiferet Israel (R. Israel Lifshitz) riferisce le diverse modalità di comportamento indicate dalla Mishnà alle varie fasi di svolgimento di una conversazione.
Questo dunque è il comportamento del sapiente, cioè di chi considera la conoscenza come ricerca della verità e non come un strumento per acquisire onori e privilegi. Prima di iniziare a parlare considera con rispetto chi può disporre, più di lui, di maggiori conoscenze; nel mezzo della conversazione, non interrompe il discorso di chi sta parlando; quando questi conclude le sue parole non si precipita ad intervenire nella discussione ma considera con attenzione come rispondere; quando decide di prendere la parola, disquisisce con domande e argomentazioni coerenti con il tema in discussione, seguendo un filo logico ed un ragionevole ordine di argomenti. Quando è in dubbio, ha l’onestà di ammettere di non sapere, quando viene smentito, è disposto a riconoscere la verità nelle argomentazioni dell’interlocutore, senza ingannevoli giri parole, anche se in tal modo dovrà ammettere di essersi sbagliato.
L’obiettiva estrema rarità con cui è dato riscontare soprattutto le ultime due caratteristiche del vero sapiente è forse anche la spiegazione di tanti problemi, che rimangono irrisolti nella condizione umana, malgrado le conoscenze nei più diversi campi vadano costantemente aumentando.
Giuseppe Momigliano, rabbino
(9 maggio 2018)