Un bussolotto
e un busto di Churchill
Non vedo Gerusalemme da troppi anni e non voglio quindi cadere anch’io nella schiera dei “viaggiatori in ozio”, che in queste ore, festeggiandosi insieme il compleanno di Israele e la partenza del Giro d’Italia, esprimono giudizi apolgetici o diffamatori senza averi messo piede a Tel Aviv o aver fatto una pedalata sul Monte Scopus. Ho visto – e vedo ogni volta che posso – il giovane cinema israeliano e lo confronto con il cinema europeo dell’ultimo periodo.
A fronte della crisi politica, di natura ovviamente diversa, che segna l’Europa come Israele, noto che i giovani registi israeliani descrivono il presente e ne raffigurano – talora spietatamente – le contraddizioni – mentre i più giovani registi europei, quelli più bravi, fuggono dal contorto presente per trovare un’ancora di salvezza nel passato. “L’ora più buia”, il film storico di Joe Wright dedicato a Churchill e “Il giovane Marx” di Raoul Peck mi sono sembrati i due lavori più riusciti della recente stagione cinematografica.
Non si è vista invece una giovane Golda o una pellicola sull’ora buia che precede la guerra dei sei giorni. E, devo dirlo con sincerità, questa assenza mi dispiace. Ritrovare se stessi, sia pure nello schermo, mi sembra sempre un segno di speranza. Sarà, molti lo hanno scritto, che la Brexit induce gli inglesi a ritrovare la loro smarrita identità nazionale e la crisi del socialismo tedesco-francese (di quello italiano non parliamone) induca a risalire al Manifesto del 1848. Se così fosse non ci vedrei nulla di male. La desolazione che produce l’attuale classe dirigente (non solo israeliana) rende gradevole ritrovare i simboli del passato. Avevo una nonna dolcissima, deceduta nel 1968. Ricordo le lacrime nei suoi occhi quando vedeva Golda in tv e non dimentico il suo religioso silenzio davanti ad un busto di Churchill che un’amica londinese ci aveva donato e in casa stava accanto al bussolotto del Keren. Si alzava in piedi ogni volta che in tv appariva il sigaro di Winston e non oso immaginare la sua commozione se avesse visto la scena del film in cui Churchill in metropolitana si reca in Parlamento per pronunciare il suo storico discorso. Nel mio piccolo, per quanto possa valere la sensazione di un singolo individuo che sta invecchiando a vista d’occhio, il giovane Marx di Peck ha riacceso ardori anarchico-socialisti giovanili che pensavo sopiti per sempre.
Alberto Cavaglion
(9 maggio 2018)