Shir shishi – Gelsomino in via Ibn Gabirol
Di recente Igal Schwartz, critico letterario, editor e noto studioso di letteratura israeliana, ha firmato tre articoli sul giornale Ha’aretz in cui descrive le variazioni poetiche dell’artista multidisciplinare e poeta di origine iracheno, Ronny Someck.
Ronny, di cui ho già scritto in altre occasioni, non è un sabre, non è un sefardita emarginato e non è uno snob di Tel Aviv. È piuttosto una sorta di poeta della gente, abile nel guardare il mondo e cogliere in liriche caleidoscopiche i racconti di Israele, con ritmi a volte rock e a volte melodici e intimi. Qualche giorno fa, seduta in un ristorantino in via Ibn Gabirol a Tel Aviv mi è tornata in mente questa lirica.
GELSOMINO. LIRICA SU CARTA VETRATA
Fairuz solleva le labbra
al cielo
perché piovano gelsomini
su chi una volta si incontrò,
ignaro di essere nell’amore.
La ascolto nella Fiat di Muhammad
in pieno giorno nel bel mezzo di via Ibn Gabirol.
Una libanese canta nell’automobile italiana
di un poeta arabo di Baq’ah al Garbya’a
in una via dedicata
a un filosofo ebreo vissuto in Spagna.
E il gelsomino?
Se cadrà dai cieli della fine dei tempi
per un attimo
sarà
il verde
del semaforo
al prossimo incrocio.
(Il bambino balbuziente”, Mesogea 2008)
Sarah Kaminski, Università di Torino