Al Salone con Pagine Ebraiche
A lezione con Primo Levi

File di scolaresche in attesa di entrare a Lingotto Fiere. Così si è aperta la seconda giornata del Salone del Libro, che, da dieci anni a questa parte, vede anche la partecipazione del giornale dell’ebraismo italiano: l’ultimo numero di Pagine Ebraiche (maggio) è infatti in distribuzione con un proprio stand alle migliaia di visitatori che affollano la rassegna torinese. Rassegna che oggi ha visto tra i suoi protagonisti Primo Levi: in mattinata infatti lo storico Alberto Cavaglion e la studiosa Paola Valabrega hanno presentato – in un incontro a 20180511_143323cura del Centro Internazionale di studi Primo Levi e dell’editore Einaudi – la nona Lezione Primo Levi, dedicata quest’anno al tema del “sacro e profano” negli scritti del grande intellettuale torinese. Una voce simbolo della Memoria ma anche della letteratura italiana nel mondo, come ha spiegato in apertura Marco Belpoliti, che ha presentato il terzo e ultimo volume delle opere complete dedicato a Levi. Domenico Scarpa e Roberta Mori hanno poi illustrato il l’Album Primo Levi: “né biografia né saggio monografico, si configura piuttosto come un film documentario su carta, data la rilevanza che vi assume il materiale iconografico, rappresentato da oltre 400 immagini in gran parte inedite, e da un graphic novel dell’artista Yosuke Taki, ispirato al racconto ‘Carbonio’”.
Domenica invece (13 maggio, ore 16.00 – Sala Professionali) il direttore della redazione UCEI Guido Vitale modererà l’incontro dedicato al Trattato di Berakhot, ovvero il secondo capitolo dell’imponente Progetto di traduzione del Talmud in italiano: a discutere del Trattato – pubblicato da Giuntina e curato da rav Gianfranco Di Segni – saranno il rabbino capo di Torino rav Ariel Di Porto, rav Gadi Piperno e Mario Patrono, giurista e membro del Consiglio di Amministrazione del Progetto Talmud. Domenica alle 11.00 invece sarà presentato il libro “La Brigata ebraica 1944-1946” (Bacchilega editore), scritto dal rabbino di Ferrara Luciano Meir Caro e da Romano Rossi, presidente dell’associazione nazionale reduci della Friuli.