“Salone, una vittoria dei libri”
Case editrici soddisfatte, affluenza enorme, un successo evidente sin dagli ingressi, dove le sono state continue dal mattino a poco prima dell’orario di chiusura. I dati ufficiali sulla trentunesima edizione del Salone del Libro di Torino verranno annunciati nella conferenza stampa finale, prevista nel tardo pomeriggio, ma sono stati intanto presentati i risultati di una serie di ricerche promosse dal’Università di Torino in occasione della scorsa edizione.
A pochi anni dallo studio dedicato al caso Pordenonelegge, che nel 2014 per la prima volta in Italia ha rilevato l’impatto economico di un festival culturale sul territorio, dimostrando come le ricadute possano essere nettamente superiori ai contributi stanziati per l’evento, e in corrispondenza con il decimo anno di presenza di Pagine Ebraiche, il giornale dell’ebraismo italiano, ospitato come sempre nell’area di massima visibilità, sono stati presentati i dati sull’impatto socio-economico del “SalTo”.
Il Centro interdipartimentale di Studi Urbani e sugli Eventi (Omero) si è occupato di valutare il profilo dei visitatori e l’impatto economico, LabNET – Laboratorio di Applied Network Science della SAA (Scuola di Amministrazione Aziendale), si è occupato della valutazione dei sistemi relazionali della filiera editoriale, mentre Quaeris ha analizzato lo users generated content.
L’analisi dei risultati della prima ricerca, che ha coinvolto 2140 visitatori dell’edizione 2017 del Salone, interpellati durante le cinque giornate di apertura, hanno evidenziato in primis un tasso di fidelizzazione alto, sottolineato come dato notevole anche da Mario Montalcini, già presidente della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura che sino allo scorso anno era l’ente promotore del Salone ed è ora confluito in una nuova cabina di regia di cui è vicepresidente.
Le ricadute economiche dirette sull’economia del territorio sono state stimate in circa 14,2 milioni di euro, che diventano più di 29 milioni di euro quando si prende in considerazione l’impatto moltiplicatore e i suoi effetti anche indiretti. Il 37,2 per cento dei visitatori ha affermato di partecipare al Salone del Libro da oltre 7 anni (mentre il 23,8 per cento degli intervistati era alla prima edizione, un dato in crescita rispetto al passato), e quasi il 90 per cento degli intervistati è molto soddisfatto dalla visita, un dato superato da quello che riguarda coloro che erano intenzionati a tornare all’edizione successiva (quella attualmente in corso), che è del 91,6 per cento dei rispondenti. Notevole anche il dato che riguarda esclusivamente coloro che arrivano da fuori l’area metropolitana di Torino: oltre l’86 per cento viene in città esclusivamente per visitare il Salone.
Labnet, che ha inviato un questionario on-line a tutta la popolazione degli espositori e a quella del pubblico professionale (i rispondenti sono stati 127 espositori su 444 e 792 professionals su 540), ha sondato le valutazioni sul contributo dato dal Salone alla creazione e al consolidamento di relazioni e di network: il Salone del Libro è vissuto come una occasione per costruire relazioni professionali, particolarmente attesa dai piccoli e medi editori. Una rete, percepita da tutti come ricca e articolata, capace di rafforzare la filiera della editoria, con una notevole costruzione di capitale sociale e relazionale. Rilevante anche la soddisfazione per il dato delle vendite al pubblico, che confermano il Salone di Torino come un appuntamento da non mancare, anche se si conferma soprattutto come un luogo da cui trarre idee e nuovi spunti, mentre risultano meno importanti i risultati ottenuti sul piano degli accordi commerciali. L’indagine dedicata ai contenuti sui social, curata da Quaerys ha confrontato quanto pubblicato nei giorni del 30° Salone Internazionale del Libro di Torino e della prima edizione di Tempo di Libri, decretando vincente il Salone di Torino.
Ma come hanno dichiarato sia Nicola Lagioia, direttore editoriale del Salone, che Ricardo Franco Levi, alla guida dell’Associazione Italiane Editori, che Sandra Ozzola, da pochi giorni presidente della neonata Associazione degli editori indipendenti, l’Adei, al Salone del Libro non ci sono guerre in corso, sono i libri a vincere, sempre, e va difesa anche la bibliodiversità.
Ada Treves twitter @ada3ves
(14 maggio 2018)