La mostra al Maxxi
“Tel Aviv, suggestione unica”
Cento foto, schizzi, plastici e video per riscoprire l’eredità del Movimento Moderno e gli influssi del Bauhaus in una città unica nel suo genere, che non smette di far parlare l’opinione pubblica per creatività e innovazione. “Tel Aviv. The white city”, la mostra inaugurata nelle scorse ore al Maxxi, è una mostra-omaggio davvero speciale.
Curata da Nitza Metzger Szmuk e organizzata dall’Ambasciata di Israele in Italia per i 70 anni dello Stato ebraico, si concentra sul finire degli anni ’20 e ’30. Un periodo storico in cui, si viene spiegato, “la città iniziò a crescere per effetto delle migrazioni dall’Europa” e fu disegnata secondo il gusto e gli influssi di intellettuali e architetti, “trasformando l’area periferica, semidesertica di Jaffa in una città moderna e funzionale”.
“Sono i palazzi e gli spazi su cui mi sono concentrata quando ho redatto il dossier per la candidatura Unesco, riconoscimento attribuito poi nel 2003. Tel Aviv ha più di quattromila edifici che si ispirano al Bauhaus e al Movimento Moderno. Una testimonianza di quanto il clima culturale e lo scambio con le avanguardie europee sia sempre stato vitale” ha osservato la curatrice, che è architetta e fondatrice del dipartimento israeliano per il restauro della città. Una città di cui ricorda l’influenza esercitata sul suo carattere dalle peculiarità fisiche, “che le donano una dimensione immateriale di luminosità e ottimismo”.
“Tel Aviv è il simbolo per eccellenza dell’incontro fra la millenaria tradizione ebraica, rinata in Terra di Israele, e la modernità, che si riflette nello stile architettonico che caratterizza la città” ha osservato l’addetto culturale dell’ambasciata israeliana Eldad Golan, tra i principali artefici della mostra. Tra le caratteristiche tipiche di Tel Aviv elencate da Golan “gli odori, la vivacità, la creatività, lo spirito del Carpe Diem, il dinamismo”. In sintesi, “la sua energia”.
Grande l’orgoglio di Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi, che parla di mostra “che apre una finestra su una vicenda di grande valore storico e fisico”. Alla vigilia del centesimo anniversario della Scuola fondata nel 1919 da Walter Gropius, secondo la padrona di casa, “l’occasione per rileggerne gli insegnamenti, in cui arte, architettura, design e arti applicate erano integrati in un metodo educativo originale finalizzato al superamento dell’antinomia arte-artigianato, all’integrazione tra arte e industria e all’unità e armonia tra le diverse attività artistiche”.
In conclusione di intervento Melandri ha poi commentato i fatti delle ultime ore tra Gerusalemme e Gaza, sottolineando come “il sangue versato ieri, e lo dico da amica di Israele, rovini purtroppo un po’ la festa”.
Presenti all’inaugurazione, tra gli altri, la viceambasciatrice Ofra Fahri e l’assessore alla Cultura della Comunità ebraica romana Giorgia Calò.
Gli aspetti accademici legati al Movimento Moderno saranno inoltre approfonditi nel corso di un convegno intitolato Tel Aviv the White City. Una Modernità “speciale”, in programma al Maxxi dalle 10 alle 13 di domani (ingresso libero fino a esaurimento posti). Dopo i saluti istituzionali della viceambasciatrice Fahri interverranno Margherita Guccione, direttore del MAXXI Architettura; l’addetto culturale Golan, la curatrice della mostra Metzger Szmuk; Mario Panizza, Università degli Studi Roma Tre; Gianluigi Freda, Università degli Studi di Napoli Federico II; Renata Cristina Mazzantini, docente di Tecnologie dell’architettura al Politecnico di Milano. Introdurrà e modererà Luca Zevi.
L’iniziativa culturale è resa possibile grazie alla collaborazione della Municipalità di Tel Aviv, di IIFCA – Fondazione Italia Israele per la cultura e le arti, del Ministero del Turismo israeliano e al main sponsor Intesa Sanpaolo. La mostra gode inoltre dei patrocini del Tel Aviv Museum e dell’Unesco.
(15 maggio 2018)