Torah…
Introducendo il censimento dei figli d’Israele, la Torà dice che “Come aveva comandato il Signore a Moshè, egli li contò nel deserto del Sinay”.
Questa formulazione è inversa rispetto allo stile usuale del testo. Ci saremmo infatti aspettati che la Torà dicesse: “Moshè li contò nel deserto del Sinay, come gli aveva comandato il Signore”.
Il Qedushàth HaLevì spiega che le anime degli Ebrei sono il corpo della Torà, come si può ricavare dalla parola “Israel”, che alcuni leggono come acronimo di “Yesh Shishim Ribbò Othiyòth La-Torà” (vi sono seicentomila lettere nlla Torà). Quindi, seguendo l’ordine del nostro testo, “come aveva comandato il signore a Moshè”, cioè così come Moshè aveva studiato la Torà dalla bocca di HaQadòsh Barùkh Hu, così “egli li contò nel deserto del Sinay”, nella stessa maniera, contandoli, imparò Torà.
Non c’è niente da fare: è vero che “lo studio della Torà continua ad essere al primo posto di fronte ad ogni cosa”.
Elia Richetti, rabbino
(17 maggio 2018)