Caro sindaco di Palermo
Egregio Sindaco Leoluca Orlando, caro amico,
le sue esternazioni sugli ultimi dolorosi avvenimenti avvenuti al confine tra Israele e la striscia di Gaza, ci deludono e ci preoccupano.
Ci deludono perché sono faziose, imprecise, degne di una profonda disinformazione o di una informazione parziale e cieca. Ci preoccupano come ebrei palermitani e come ebrei italiani perché ancora una volta demonizzano uno stato e gettano ombra su di un intero popolo. Ma non è demonizzando un popolo, quello israeliano che l’altro, quello palestinese, avrà finalmente un riscatto sociale che prima di tutto deve essere un riscatto dalla tirannia terroristica di organizzazioni come Hamas.
Quello che sta avvenendo al confine con Gaza è la difesa di un paese contro una rivolta terroristica, non certo una manifestazione pacifica.
Lei caro sindaco Orlando parla di un paese che non conosce, di un paese che ha visto solo attraverso la sua formazione politica che non è certo equidistante. Stiamo infatti parlando dell’unica democrazia del medio oriente, dove il 20% della popolazione è araba, dove il Parlamento è composto da arabi ed ebrei che hanno gli stessi diritti e doveri, gli israeliani arabi hanno il passaporto, il diritto alla sanità, allo studio, alla pensione, la donna ha gli stessi diritti dell’uomo. Altro che apartheid!
La vita è sacra per un ebreo. Chi parla di Israele non menziona le migliaia di vite arabe della Striscia di Gaza e della Cisgiordania nonché della Siria salvate negli ospedali del paese, quel piccolo paese che lei tanto denigra! Che le sia ben chiaro: tutti i morti palestinesi, sono stati uccisi per colpa dei terroristi di Hamas, uomini palestinesi e figli dello stesso popolo che costringe la propria gente a partecipare a rivolte e che utilizza come scudi umani anche per mantenere il proprio potere!
Perché non chiediamo ai capi di Hamas se hanno mai mandato i loro figli a farsi esplodere o in prima linea per farsi ammazzare? Lì dove ogni madre, israeliana, ebrea, araba o drusa o cristiana, manda i propri figli a difendere il proprio stato e ad essere parte di quell’esercito dagli altissimi valori morali che lei ha offeso senza mezze misure. Un mondo senza eserciti lo sogniamo tutti, ma con i vicini di casa terroristi non è sempre possibile ottenerlo.
Ci dica, caro sindaco se un ebreo è mai entrato in una casa palestinese per sgozzare un intera famiglia, dai neonati ai nonni! Ci dica e ci dia prove di un israeliano che sia mai entrato in una scuola per uccidere più bambini possibile! Noi, popolo ebraico in Israele e fuori di esso, potremmo citarle decine di episodi del genere: da Tolosa a Gerusalemme.
Certo non possiamo non avvertire il dolore per la morte che cammina al confine di Gaza, ma di fronte a folle armate, di fronte alla minaccia di un pogrom lei come reagirebbe? Quale paese non reagirebbe? Gli israeliani hanno lanciato volantini invitando la popolazione a non avvicinarsi alle frontiere! Ma chi sono i responsabili delle folle presenti in una zona ad alta tensione? Cosa faceva una donna con il suo bambino in braccia vicino ai fumi dei pneumatici e dei lacrimogeni? Non poteva neanche lanciare pietre! Io piango con lei per la morte del suo bambino!
Nessuno vuole dichiararlo ma tutti sanno che ai capi palestinesi non conviene fare la pace, ricevono troppi milioni di dollari dal mondo intero e dalle associazioni non governative, milioni di euro che una narrativa faziosa come la sua giustifica.
Sta di fatto che nessun paese aggredito apre le porte ai suoi aggressori e non dobbiamo dimenticare che Israele è stato aggredito dal momento della sua legittima costituzione votata dalle Nazioni Unite e come ogni paese legittimo ha il diritto a difendersi ed è dolorosamente obbligata a difendersi.
Se lei caro sindaco non fa sue queste istanze di giustizia e di democrazia, non sta aiutando il Medio Oriente, sta solo prendendo parte all’ennesima faziosa opinione su Israele.
Un caro Shalom
Evelyne Aouate