Ihra, la vicenda italiana
paradigma di Memoria
Un convegno internazionale in svolgimento al MAXXI ha aperto stamane a Roma i lavori della prima riunione plenaria organizzata dalla presidenza italiana della International Holocaust Remembrance Alliance, con il coinvolgimento di rappresentanti di trentuno paesi e delle istituzioni internazionali che fanno parte della istituzione intergovernativa. Diverse giornate di confronto, riflessione, impegno che dal passato guarda al futuro.
“The Racist Laws. Before and after the Shoah: models, practices and heritage” il titolo del convegno, focalizzato sull’entrata in vigore delle Leggi Razziste a 80 anni dall’infamia. Un anniversario su cui riflettere da molti punti di vista, che già hanno segnato i qualificati interventi della mattinata.
“L’Ihra – ha affermato il presidente Sandro De Bernardin nel suo intervento di saluto – ha tra i suoi scopi quello di far emergere le ombre non svelate della Shoah. Conseguenze di quanto avvenne allora sono evidenti anche al giorno d’oggi ed è nostra responsabilità capire l’origine di certi fenomeni”.
Attraverso lo studio di premesse, modelli e pratiche di legislazione razzista, il convegno odierno e la plenaria delle prossime giornate possono – per De Bernardin – “offrire un contributo alla miglior comprensione del tema, che rimane di fondamentale importanza”. Se non vogliamo che la storia si ripeta, il suo monito, “quanto sta accadendo, la crescente tendenza ad adottare legislazioni contro cittadini stranieri che si verifica in molti paesi, andrebbe osservata attraverso le lenti di ciò che accadeva prima della Seconda Guerra Mondiale”.
“Dopo decenni in cui l’ebraismo italiano è stato parte integrante della società, ufficialmente riconosciuto dopo l’emancipazione, leggi approvate dall’intero Parlamento hanno sancito l’esclusione di persone che si sentivano profondamente italiane e che in diversi casi neanche erano consapevoli della propria identità ebraica o che essere ebrei potesse fare una differenza” ha poi sottolineato la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
“L’analisi morale e legale delle responsabilità, soltanto in parte compiuta, è oggi la sfida più grande che dobbiamo affrontare. E che devono affrontare gli organi di governo, a livello nazionale, europeo e internazionale. A maggior ragione oggi – ha detto Di Segni – in una Europa in cui partiti populisti e radicali sembrano godere di un sempre maggiore consenso”. L’appello rivolto a governi e guardiani costituzionali è a uno sforzo di consapevolezza della posta in gioco, in particolare dell’identità democratica da difendere. Identità intesa anche come protezione dei cittadini italiani ed europei “dall’impatto devastante di ogni odio e legalizzazione dell’esclusione”.
Stimolanti le riflessioni dei due oratori invitati per una lecture, dopo i saluti di altri due studiosi: il direttore del Cdec Gadi Luzzatto Voghera e il segretario dello Fscire Alberto Melloni (entrambi gli enti hanno contribuito alla giornata, assieme al Miur – in sala anche il presidente del Cdec Giorgio Sacerdoti). Il professor Steven T-Katz, che ha parlato di “antisemitismo in tempo di crisi”. E l’ex Presidente del Consiglio Giuliano Amato, che ha svolto una riflessione sul rispetto del principio di uguaglianza. “Un principio che non si è ancora affermato e che ha fatto fatica a consolidarsi. Porto l’esempio del voto italiano del 1948 – ha sottolineato Amato – il primo cui hanno avuto accesso le donne”.
Per quanto riguarda le Leggi del ’38, il professore ha messo in evidenza il nesso con le successive deportazioni nei campi di sterminio focalizzandosi sulla vicenda del 16 ottobre 1943. “Una vergogna indimenticabile” ha detto a proposito degli episodi di delazione che si verificarono.
La parola è poi passata, con un focus specifico sul 1938, agli studiosi Lucia Ceci, Francesco Cassata e Michele Sarfatti.
Ad essere analizzato, nella prima relazione, il razzismo fascista nelle colonie. Tema della seconda l’eugenetica fascista in una prospettiva comparata. A concludere la mattinata un approfondimento sulla legislazione del regime contro gli ebrei.
(27 maggio 2018)