L’uomo e l’ambiente architettonico,
due esperienze a confronto
“L’uomo nel suo ambiente architettonico: Italia e Israele, esperienze a confronto” il titolo di un qualificato convegno
svoltosi presso la facoltà di architettura dell’Università La Sapienza, promosso dalla sezione italiana dell’associazione ambientalista Beautiful Israel in collaborazione con La Sapienza. A introdurre gli interventi dei professori Norman Austerlitz, Aldo Winkler e Eliana Cangelli, moderati dall’architetto Yoram Orvieto, la preside della facoltà di architettura Anna Maria Giovenale, il vice-capo commissione dell’ambasciata d’Israele Ofra Fahri, ed Emilio Nacamulli, presidente dell’associazione che si propone di promuovere una cultura del rispetto per l’ambiente e di valorizzare il know-how che lo Stato ebraico ha sviluppato negli anni, in questo ambito, in termini di conoscenze e tecnologie.
“La facoltà di architettura ha incrementato negli anni un importante rapporto con Israele” ha detto Giovenale. “L’interesse verso lo Stato ebraico è grande: non solo perché è una ‘start up nation’, e noi guardiamo alle sue realtà di eccellenza, ma perché ci unisce una comune storia e identità, quella di essere due paesi affacciati sul Mediterraneo. Sono già in atto importanti relazioni con il Technion di Haifa, e sarà un piacere poter implementare i rapporti con la Tel Aviv University – e ringrazio il professor Auterlitz per essere con noi oggi – e che è particolarmente all’avanguardia nel campo dell’architettura.”
“Poche ore fa abbiamo inaugurato il nostro padiglione alla Biennale di Venezia, quale occasione migliore per parlare di architettura, specie sotto l’ottica proposta da Beautiful Israel?”, ha detto Fahri. “Per noi l’incontro e lo scambio a livello accademico è importantissimo. Occasioni come queste sono un motore fondamentale. In materia di architettura, l’Italia ha un patrimonio tale che siamo davvero felici di poter avere occasioni di incontro. E, per rimanere sul tema, invito a visitare la mostra inaugurata al Maxxi di Roma pochi giorni fa, per scoprire l’architettura di Tel Aviv, a partire dal suo Bauhaus.”
“L’Italian Council for a Beautiful Israel, che mi onoro di presiedere, è nato cinque anni fa, e abbiamo promosso numerosi momenti di incontro, a livello universitario e non solo”, ha detto Nacamulli. “L’associazione israeliana nasce però addirittura cinquant’anni fa, nel 1968, quando Shimon Peres ebbe l’intuizione di capire che la problematica ambientale sarebbe diventata importantissima per il mondo intero. Da allora l’impegno in Israele è stato costante: l’associazione promuove l’educazione ambientale a tutti i livelli, grazie a una rete di centinaia di volontari che, al di là di ogni ideologia politica o credo religioso, partendo dai bambini fino agli adulti e agli anziani, agiscono in modo continuativo per promuovere una cultura dell’ecologia. Credo che Israele, con la sua grade esperienza nel riciclaggio della plastica, l’utilizzo diffusissimo di pannelli, l’ottimizzazione delle risorse idriche, solo per citare alcuni esempi, sia un ottimo esempio da proporre in quest’ambito.”
I professori hanno proposto temi di grande interesse: Norman Austerlitz è intervenuto su “Progetti e tecnologie innovative realizzate in Israele che hanno un impatto nel settore edilizio”, Aldo Winkler, su “L’uomo nel suo ambiente: dai cambiamenti climatici all’inquinamento atmosferico in contesti urbani e indoor”, Eliana Cangelli su “prospettive di innovazione tecnologica e ambientale delle architetture e dei contesti urbani in Italia”.
Marco Di Porto
(27 maggio 2018)