Torino – Memoria, la parola ai giovani
L’evento “Memorie di famiglia: i giovani tramandano le storie dei nonni”, ideato e promosso a partire dal 2012 dal Centro Pitigliani di Roma, approda a Torino sotto forma di video, dando vita ad un nuovo progetto: “Il passaggio del testimone. I giovani tramandano le storie dei nonni” promosso dalla Comunità ebraica torinese e realizzata con il sostegno della Fondazione CRT.
A capo del progetto torinese Susanna Terracina, affiancata da Giordana Menasci e Anna Orvieto, ideatrici e consigliere del Centro Pitigliani e dagli esperti Sonia Brunetti, Augusto Cherchi e Carlo Greppi. Il video è stato girato e montato dal regista torinese Dario Martinez con la consulenza di Lia Tagliacozzo, giornalista, scrittrice ed esperta di Shoah.
Susanna Terracina parla del video come di una “sfida metodologica” tesa ad allargare il discorso della trasmissione della Memoria alla cittadinanza e al territorio: “Questo si traduce nel tentativo di collocare la Shoah non in un momento puntuale”, spiega, “ma permette di dilatarne il tempo ed il contesto che va dal 1922 al 1945, per far passare il messaggio che le leggi razziste e la Shoah non riguardano solo gli ebrei ma la società civile italiana nel suo complesso”. Si tratta appunto di un passaggio di testimone, dove sono le giovani generazioni a diventare “piccoli ricercatori” attivi nella dinamica della Memoria.
Il progetto targato Torino si pone un obiettivo a partire da un format già collaudato negli anni per cercare di aggiungere un nuovo tassello: diventare non solo l’occasione per coinvolgere direttamente i ragazzi della scuola ebraica, ma far nascere un dialogo con i docenti e gli studenti di scuole del capoluogo non direttamente connesse al mondo ebraico, un tentativo quindi di allargare l’iniziativa al contesto civile nella sua eterogeneità.
La presentazione del progetto, avvenuta ieri nei locali della Comunità ebraica, è stata intervallata dalla lettura collettiva di dieci testimonianze di storie di famiglie ebraiche. Una giornata di presentazione del materiale raccolto in linea con l’esperienza del Pitigliani, i cui protagonisti sono i giovani: Chiara Levi, figlia ricorda la vicenda di Virginia Montel Levi. Asher quella del bisnonno Marco Levi. Alma Sadun fa sue le memorie della nonna Carla Neppi Sadun. Vittorio Tedeschi quelle del nonno Marcello Tedeschi. Jacopo Neppi del prozio Marco Levi. Bianca Neppi dà voce a Maria Anna Vinai vedova Castagnino. Simona Rumori diventa testimone tramite una lettera della nonna Elena Recanati alla sua amica Carla Ovazza. Ruben Luzzatto diventa il tramite della storia della prozia Pia Luzzatto. Cristophe Manassero ripercorre Il Decalogo del Partigiano del nonno Giuseppe Manassero. Camilla Avigdor fa sue le memorie del nonno Enrico Avigdor.
La giornata di ieri rappresenta quindi la prima parte del progetto a cui seguirà la seconda tesa a raccogliere i frutti dell’“intervento pilota” in alcune scuole di Torino, in particolare nella Scuola Calvino-Tommaseo e dell’ITIS AVOGADRO: in occasione del 27 gennaio 2019 sarà la volta dei loro studenti, coinvolti anch’essi nel processo di trasmissione della Memoria.
Alla base dell’iniziativa quindi la volontà di fare formazione, di offrire una metodologia, prima agli insegnanti e poi ai più giovani: una metodologia che gli consenta di confrontarsi con la memoria attraverso la storia, somma di vicende singole, di memorie di famiglia appunto. Il medium individuato dal Pitigliani è il documento storico, la lettera, la cartolina, una pagina di diario. Un testo conservato dai nonni o dai bisnonni dei ragazzi, una modalità per mettere in contatto il presente con il passato, dove i giovani si fanno ricercatori e portatori di domande e di riflessioni.
Il video, spiega infine Terracina, oltre a raccogliere le riflessioni del Presidente del Centro Pitigliani, Bruno Sed, delle ideatrici e consigliere Anna Orvieto e Giordana Mesci e dalla consulente storica Elena Albertini, pone l’accento sulla ricostruzione del processo tramite cui i ragazzi e le ragazze vengono a conoscenza delle storie dei nonni e se ne fanno carico “portando in scena” quasi rendendo vive tali testimonianze in un processo proficuo di trasmissione della memoria tra più generazioni. Cinque le memorie di famiglia a cui si fa riferimento, quella di Shlomo Venezia, di Giorgio Modigliani, di Davide Limentani, del figlio Settimio e di Sami Modiano.
Alice Fubini
(28 maggio 2018)
(28 maggio 2018)