JCiak – Harvey Keitel padre di Esaù
Uno scrittore torna a casa in Israele dopo trent’anni e fa i conti con il fratello che gli ha portato via l’amore e l’attività di famiglia. La storia di Giacobbe e Esaù, come rivisitata dallo scrittore Meir Shalev ne Il pane di Sarah, si prepara ad arrivare sul grande schermo con un cast e una regia d’eccezione.
Intitolato per ora Esau, che è anche il titolo originale del romanzo pubblicato nel 2000 da Frassinelli, il film schiera Harvey Keitel nella parte del padre, Lior Ashkenazi (Foxtrot) nei panni di un risentito Esaù insieme a Mark Ivanir, attore israeliano fra i più richiesti a Hollywood divenuto celebre con la serie Homeland. La regia è di Pavel Lungin, uno dei filmaker russi più interessanti di questi anni, vincitore a Cannes nel 1990 con Taxi blues. Le riprese sono in corso in Israele, il film dovrebbe essere al cinema l’anno prossimo.
Esau è il primo film basato su un testo di Meir Shalev, prolifico autore di una trentina di libri. Benché le sue storie, così fiabesche, colorate e intricate sembrino perfette per il cinema, nessuno era finora riuscito a tirarne fuori niente. “Molti registi israeliani e scrittori ci avevano provato, fallendo però nella fase della sceneggiatura. Credo che amassero troppo i libri e cercassero di prendervi tutto ciò che potevano”, ha spiegato l’autore a Haaretz. “Questa è la prima volta che qualcuno è riuscito a ricavarne uno script di successo e ne sono molto felice”.
Il film di Pavel Lungin parlerà d’amore, di ritorno e della crudeltà del tempo. “Nella vita – dice il regista – ci sono cose per cui il tempo non è affatto un buon medico e ci sono sbagli che semplicemente non si devono fare”. “Sarò una storia mozzafiato”, garantisce Harvey Keitel.
Per l’attore, figlio di immigrati ebrei dall’Est Europa, che ha lavorato con Martin Scorsese, Jane Campion e Quentin Tarantino, è la prima occasione di interpretare un ebreo che non sia un gangster come Mickey Cohen in Bugsy e di girare in Israele che peraltro conosce bene grazie alla moglie Dafna Kastner, la cui famiglia vive a Haifa (i due si sono sposati a Gerusalemme).
La storia di Esau, saga di una famiglia di panettieri ispirata dal profumo che lo studente Meir Shalev sentiva da Angel’s Bakery, celebre panetteria di Gerusalemme, quando la mattina presto si fermava a comprare la challah, è una storia profondamente ebraica e israeliana. E forse non a caso, a cogliere la sfida sono stati un regista e degli attori ebrei. Eppure i suoi ingredienti sono universali: l’amore, il desiderio, la famiglia. Ciò di cui, dice Shalev, scriviamo da secoli.
Daniela Gross