Le opinioni di Tardelli e Skorka
“Argentina, un errore grave”
“Lo sport non dovrebbe mai essere strumentalizzato”.
Non nasconde l’amarezza Marco Tardelli, eroe del Mondiale dell’82 e attento osservatore del mondo che ruota attorno al pallone.
La decisione della federazione argentina di annullare l’incontro amichevole con Israele, previsto per domani a Gerusalemme, dice a Pagine Ebraiche, “è una gran brutta cosa”. La paura è umana, prosegue Tardelli, “ma se a ogni minaccia ci si tira indietro diventa difficile risolvere i problemi aperti”. Il riferimento è alle parole di odio, cui sono seguite alcune iniziative concrete, di varie associazioni palestinesi. Un blocco fermo, orchestrato dal Bds e cui anche il numero uno della locale federazione, Jibril Rajoub, ha aderito con dichiarazioni di fuoco e l’invito, in caso di conferma del match, “a dare alle fiamme le divise argentine” e in particolare quella dell’uomo più rappresentativo della Seleccion: Lionel Messi. “Nella mia vita – spiega Tardelli – mi è capito di affrontare le situazioni più disparate, ma una così non mi è mai successa. Male, molto male”.
Stupisce che a cedere sia stata una federazione che dalla strumentalizzazione dello sport per condurre battaglie di tutt’altro genere qualcosa dovrebbe pur aver imparato. Mondiali del ’78, Argentina che trionfa in casa sotto gli occhi compiacenti di Videla. Tardelli c’era e di quella esperienza, nel paese ostaggio di una spietata dittatura militare, ricorda ancora “la tristezza negli occhi” di un padre e di un figlio incrociati mentre andava all’allenamento. Propaganda per affermare, allora. Propaganda per negare, oggi.
Di mestiere fa il rabbino, ma ad Abraham Skorka non sfugge il senso e la gravità di quanto accaduto. “Non ci sono scuse per l’iniziativa della nostra federazione, un errore molto grave” ci racconta da Buenos Aires il grande amico di Bergoglio. “Sicuramente la questione poteva essere gestita meglio anche da parte israeliana, ma in fondo cambia poco. Con questa decisione – afferma il rabbino – si pregiudica lo spirito di una partita che doveva e poteva essere uno spot per la pace”. Il fallimento principale, prosegue, è stato nel rifiuto di ogni mediazione e compromesso. “Prima di adottare scelte così clamorose si sarebbero potute valutare molteplici altre ipotesi, anche eventualmente lo spostamento di città, facendole presente a Israele. Questo rifiuto non fa onore all’Argentina e ai suoi calciatori. Anche in quanto personalità pubbliche – spiega a Pagine Ebraiche – hanno tutti il dovere di assumersi dei rischi e delle responsabilità”.
Unica nota lieta, conclude Skorka, è nell’opinione pubblica che in larga misura contesta la scelta. “È una protesta – dice – che va ben oltre il mondo ebraico”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(8 giugno 2018)