Qui Casale Monferrato – Note di ebraismo
“Musica in sinagoga” è il titolo della rassegna realizzata dalla Comunità Ebraica di Casale Monferrato e da Giuglio Castagnoli. Un’iniziativa che non solo regala uno sguardo “trasversale” sul repertorio classico, scegliendo tra autori che, per nascita o per biografia, hanno avuto a che fare con l’ebraismo, ma anche porta alla luce tutta una serie di compositori italiani del ‘900, riconosciuti in tutto il mondo come appartenenti a una prestigiosa matrice culturale eppure poco presenti nei programmi di sala della nostra Penisola.
È il caso del concerto di domenica (10 giugno) che ha visto protagonisti Alberto Bologni al violino e Carlo Palese al pianoforte, dedicato a Mario Castelnuovo Tedesco, Luigi Dallapiccola e John Williams. Il filo che li unisce è l’ebraismo: anche se Luigi Dallapiccola non era ebreo lo era sua moglie e lui rifiutò la cattedra di composizione del Conservatorio di Firenze nel 1938 proprio per non sottrarla a un collega espulso dalle Leggi razziste del’38. Mario Castelnuovo Tedesco, che invece era ebreo, dovette emigrare nel 1939 in America dove finì per essere un ricercato compositore per Hollywood, anche se scrisse la maggior parte delle sue colonne sonore sotto pseudinomo. Chi invece usò sempre il suo nome nei titoli di coda è il suo allievo più famoso: John Williams: 5 volte Premio Oscar e 51 nomination, (ma anche Henry Mancini e Jerry Goldsmith lo ebbero come maestro).
Queste le biografie, ma si può parlare anche di uno spaccato dello stile italiano, almeno nella prima parte del programma. In tutta la “generazione dell”80” di cui Dallapiccola e Tedesco costituiscono quasi una coda c’è la nostalgia dell’antica musica strumentale italiana, in particolare rinascimento e barocco, ma senza dimenticare cosa è accaduto nell’Europa, musicale e non, del primo novecento. Ognuno poi ha suo stile particolare. Se Dallapiccola riesce a giocare sulle modulazioni del primo settecento della sua “Tartiniana seconda”, Castelnuovo Tedesco nella sonata quasi una fantasia (in prima assoluta in questo arrangiamento) è ispirato a Debussy, Ravel (ma si sente anche Respighi) e abbozza sfumature inaspettate, tra scale pentatoniche, canzoni popolari e persino un Dies Irae. Una cosa è certa: l’esecuzione non sembra essere facile. La parte centrale della Sonata è un mare in tempesta dove natanti di qualsiasi nazionalità sgomitano per farsi vedere e il duo è veramente bravo a guidare l’ascoltatore in questo paesaggio cangiante.
Di fronte a quest’opera la “Fantasie sulla Fille du Regiment” sembra una innocuo studio operistico dal sapore ottocentesco. E poi c’è John Williams, dato l’organico e la sede il pezzo scelto non poteva che essere il tema da “Schindler’s List” realizzato con una esecuzione quanto mai partecipe e del resto Elio Carmi, vicepresidente della Comunità, dedica il concerto a Gena Turgel, 95enne testimone della Shoah scomparsa proprio in questo giorno.
Il prossimo concerto della rassegna “Musica in Sinagoga” sarà domenica 17 giugno con “A quattro mani tra otto e novecento”: duo pianistico formato da Cristina Laganà e Cecilia Novarino. In programma musiche di Gershwin, Barber, Ravel, Stravinsky. Nel frattempo la mostra “Sguardi dentro Israele” in Sala Carmi è stata prorogata fino al 24 giugno, mentre la mostra “Another Country Momenti di vita di ebrei in diaspora” si inaugurerà in Comunità il 1 luglio.