Korach…
La Torah racconta come il ruolo di leader di Mosè e Aron, venisse posto sotto accusa nel corso di una drammatica ribellione guidata da Korach, appartenente alla stessa tribù di Levì, affiancato da personaggi di varia estrazione, alcuni della tribù di Reuven, unitamente a duecentocinquanta notabili di diverse tribù. Questa rivolta è interpretata dai Maestri come esempio tipico di una contestazione che è ben lungi dall’essere mossa da nobili fini e pertanto destinata a non realizzare i propri obiettivi. Per quanto formulata con richiami altisonanti, riferiti ai massimi valori – Korach rimprovera Mosè e Aron appellandosi alla condizione di santità di tutto il popolo “ Tutta la comunità, sono tutti santi, e in mezzo a loro è il Signore, perché vi ergete al di sopra della congrega del Signore?” ( Bemidbar- Numeri16,3) – la contestazione nasconde in realtà meschine mire di prestigio e potere personale dello stesso Korach e dei suoi accoliti, infatti questi da un lato blandisce il popolo con affermazioni ingannevoli – la santità è una meta da raggiungere non una condizione intrinseca prestabilita dal Signore per il popolo d’Israele – d’altro lato mentre rimprovera Mosè e Aron per presunto abuso di potere non disdegna per sé quegli onori e quei privilegi che la condizione di Levita gli riservava, semplicemente li riteneva inadeguati e ambiva al massimo dei titoli. E il popolo, in tutto questo scontro, dove si collocava? In uno dei momenti più drammatici della rivolta, quando Mosè ordina la prova definitiva – la preparazione degli incensieri – dalla quale doveva apparire in maniera indiscutibile chi fosse riconosciuto dal Signore nel massimi ruolo sacerdotale, se Korach o Aron, lo stesso Mosè intima anche a tutto il popolo di allontanarsi dalle tende dei ribelli. Cosa ci faceva tutta la folla radunata attorno alle tende di Korach? A quanto pare, non prendevano esplicitamente parte alla ribellione ma neppure si opponevano apertamente in difesa di Mosè , stavano a vedere l’evolversi della situazione, pronti, come si dice, “ a saltare sul carro del vincitore”. Di fronte a questo atteggiamento spregiudicato, in cui si profila l’attesa della scelta più comoda senza alcuna considerazione dei valori contrapposti che li caratterizzavano, Mosè richiede una dimostrazione esplicita preventiva – ora, prima che la prova si compia, il popolo deve dimostrare da che parte si colloca, con Mosè o con Korach, chi non si stacca ora da Korach ne condividerà la sorte.
Questo episodio ci mette in guardia contro i discorsi suadenti di astuti demagoghi ma impone anche al pubblico l’assunzione di responsabilità personale, la forza morale di precise scelte di valori, il comportamento coerente con la propria coscienza, il che è ben diverso dal mettersi a guardare lo scontro per vedere chi sarà il vincitore dietro cui converrà accodarsi.
Giuseppe Momigliano