Nazioni Unite contro Israele, ancora silenzio su Hamas
Con un’ampia maggioranza (120 voti favorevoli, 8 contrari e 45 astensioni – tra gli astenuti, anche l’Italia), l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato ieri una risoluzione che condanna Israele “per aver usato la forza in modo eccessivo, sproporzionato e indiscriminato” durante i recenti scontri al confine con la Striscia di Gaza. Nella risoluzione si chiede un non ben precisato “meccanismo di protezione internazionale” per i civili palestinesi. Nessun riferimento invece a Hamas. Anzi l’emendamento proposto dagli Stati Uniti in cui si condannava il movimento terroristico che ha il controllo pieno su Gaza non è passato perché non ha raggiunto la maggioranza dei due terzi (62 i voti favorevoli, 58 contrari, 42 astenuti). “L’incessante attenzione delle Nazioni Unite per Israele non solo porta vergogna all’organizzazione ma distrae anche da tante altre questioni urgenti che richiedono l’attenzione della comunità internazionale”, ha affermato il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Secondo l’ambasciatrice americana Nikki Haley, che ha proposto la mozione contro Hamas, qualcosa comunque sta cambiando all’interno delle Nazioni Unite: “Oggi, una pluralità di 62 paesi ha votato a favore dello sforzo, guidato dagli Stati Uniti, per affrontare la responsabilità di Hamas per le condizioni disastrose di Gaza. Abbiamo avuto più paesi dalla parte giusta che dalla parte sbagliata. – ha affermato Haley – Con il loro voto, questi paesi hanno riconosciuto che la pace sarà raggiunta solo quando le realtà saranno riconosciute, compresi i legittimi interessi di Israele in materia di sicurezza e la necessità di porre fine al terrorismo di Hamas”.
Tre donne per il Premio Strega. Helena Janeczek, Sandra Petrignani e Lia Levi hanno conquistato la finale (il 5 luglio) del più importante premio letterario italiano, lo Strega (Corriere e Repubblica). Con loro, nella cinquina finalista, anche Marco Balzano e Carlo D’Amicis. Il primo posto sul podio è della Janeczek: il suo La ragazza con la Leica (Guanda) ha ottenuto più voti di tutti (256): il libro, a cui Pagine Ebraiche ha dedicato un ampio approfondimento, narra la storia di una donna eccezionale, Gerda Taro, fotografa giovane e ribelle, cresciuta in una famiglia ebraica galiziana e diventata a Parigi la compagna di Robert Capa. Dopo aver vinto il Premio Strega Giovani, nuova conferma invece per Lia Levi e il suo Questa sera è già domani, dedicato alla storia di una famiglia ebraica sotto le Leggi razziste del 1938. “È la prima volta che partecipo allo Strega, l’ho sempre considerato un grande gioco un po’ difficile, ma stavolta sono stata molto sollecitata dalla casa editrice”, spiega Levi al Corriere. È dedicato invece alla vita della scrittrice Natalia Ginzburg, il libro di Sandra Petrignani, La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg (Neri Pozza): “Ho sentito il bisogno – spiega – di raccontare il percorso di una grande scrittrice ma anche drammaturga, opinionista pugnace e anche donna di grande potere editoriale”.
A Karen Di Porto il Globo d’oro. L’Associazione della stampa estera ha assegnato il Globo d’oro per il miglior debutto al film Maria per Roma di Karen Di Porto. Nelle motivazioni del riconoscimento, la giuria spiega che il film “si muove tra inconcludenti casting, usuali approfittatori ed esilaranti personaggi con la leggerezza di una piuma”. Ora Di Porto, scrive La Stampa, è impegnata in diversi progetti: “Ho girato un documentario sul ghetto di Roma dove sono cresciuta, centrato sul rapporto tra comunità ebraica e chiesa cattolica, e ho lavorato al soggetto di un film ispirato a un fatto di cronaca nera avvenuto in borgata, a Tor Pignattara”.
Roma, studenti del Socrate in sinagoga. Nelle sue pagine romane, il Messaggero riporta della visita avvenuta ieri al Tempio Maggiore di Roma da parte della classe del liceo Socrate “balzata agli onori delle cronache per una foto in cui degli studenti facevano il saluto romano”. “I ragazzi, – proseguo il quotidiano – tra cui gli autori del gesto, hanno incontrato anche la presidente della comunità ebraica Ruth Dureghello e le sorelle Andra e Tatiana Bucci, sopravvissute alla deportazione ad Auschwitz”.
Zarfati e il riconoscimento della polizia. Come già riportato sul notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24, ieri mattina il Capo della Polizia Franco Gabrielli ha consegnato una pubblica benemerenza a Giacomo Zarfati, una vita al servizio della sicurezza delle comunità ebraiche italiane (Messaggero).
Complottismo da Terza Repubblica. “C’è tutto un lessico, tutto un vocabolario, tutto un parlare vuoto gentista che adesso si va diffondendo grazie al governo Lega-Cinque stelle. C’è tutto un canone, il canone del complottismo, un frasario di espressioni già stra-abusate che colonizzano le interviste, le dichiarazioni a tweet unificati”, scrive Davide Allegranti sul Foglio, spiegando che “Ora è il tempo di ‘Soros’ o ‘sorosiano’. Basta evocarlo per scatenare i famelici appetiti antisemiti dei commentatori da tastiera. Prima citare il finanziere ebreo era appannaggio della nutrita comunità complottarda che s’aggira su Twitter, adesso il riferimento è sbarcato al governo con i panni del feroce Matteo Salvini ministro dell’Interno: ‘Bisognerebbe vedere da dove arrivano certi finanziamenti, perché quando leggo che dietro ad alcuni c’è la Open Society di Soros mi viene qualche dubbio su quanto sia spontanea questa generosità’, ha detto ieri al Senato nella sua informativa sul caso Aquarius”.
Segnalibro. Sul Corriere lo scrittore israeliano Yaniv Iczkovits parla della situazione attuale tra israeliani e palestinesi e del suo ultimo libro dedicato al concetto di Tikkun, riparazione: “L’ultimo romanzo che ho scritto (Tikkun o la vendetta di Mende Speismann per mano della sorella Fanny – Neri Pozza) viene a rammentarci che il tikkun nell’anima di un uomo, o nello spirito di un popolo, non può avvenire se non si rovista nelle ferite. Il tikkun richiede di superare i confini, di uscire dalla zona di comfort. Ci costringe a fare qualcosa che non abbiamo mai fatto. Ci obbliga a riconoscere quello che abbiamo sempre cercato di dimenticare. Ci invita a raccontarci una storia diversa da quella a cui siamo abituati. E questa la grande forza della letteratura”.
Israeliani, palestinesi e il gioco delle polemiche. Due docenti del Dams di Torino hanno realizzato un gioco da tavolo che ripercorre la storia della nascita d’Israele e del conflitto con i palestinesi. Un gioco che ha ricevuto diverse critiche perché tratta un argomento evidentemente complesso, con il pericolo di banalizzarlo. A Repubblica Torino, gli inventori, il ricercatore Riccardo Fassone e il professore ordinario, Giaime Monge, hanno detto “È lo sviluppo di un progetto di ricerca sulla rappresentazione della storia contemporanea attraverso il gioco – spiega Fassone – Non vogliamo banalizzare la storia ma raccontarla in forma diversa”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked