Sulle rotte dei migranti
Ancora una volta mi ritrovo sulle rotte dei migranti, questa volta alla frontiera nord tra Bosnia e Croazia. In una zona già profondamente martoriata dalle guerre dei Balcani, ma che non per questo ha perso la solidarietà e l’accoglienza verso il prossimo. Per quale ragione? Soprattutto perché voglio comprendere le motivazioni dell’esodo di migliaia di persone dalla propria terra d’origine, conoscere le loro idee, anche alla luce del supposto aumento di casi di antisemitismo in Germania. Non mancheranno quindi forse neppure qui gli individui che un giorno potrebbero commettere qualcosa di sbagliato o che non hanno la coscienza a posto, e come ripetono tutti continuamente questi sono un pericolo in primis per gli altri. Ma ciò che intanto riesco a vedere è un’umanità profondamente eterogenea: dai cristiani dell’Iran o del Pakistan, ai curdi che scappano per ragioni politiche, ai Sikh che sognano di guidare un bus a Roma, ai siriani che fuggono da Damasco, o agli africani che ormai hanno abbandonato l’attraversamento del Mediteranneo perché troppo rischioso. Etnie e religioni diverse che nonostante tutto convivono in questa precarietà così lontana da quella “pacchia” e quelle “crociere” che molti dei nostri concittadini immaginano.
Francesco Moises Bassano
(15 giugno 2018)