Informazione – International Edition
Il Meis visto dagli Stati Uniti

Schermata 2018-06-18 alle 12.39.45Il Museo dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara continua ad attirare l’attenzione dei grandi media internazionali. Nei giorni scorsi è stato il turno del Washington Post, che ha dedicato al polo un’intera pagina, ripresa nell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition “Per spiegare la missione del Meis, la direttrice Simonetta Della Seta pone questa domanda: in cosa questo museo è diverso dagli altri musei ebraici? Prima di tutto, non chiamatelo ‘museo ebraico’ è un ‘museo nazionale dedicato agli ebrei’ spiega Della Seta” scrive l’autrice Vicky Hallett. “Della Seta, accademica, giornalista e diplomatica, proveniente da una famiglia di sopravvissuti alla Shoah, è altrettanto vigorosa nello specificare che il Meis non è un memoriale. ‘Parlare degli ebrei come un popolo morto non sono io,” spiega. “Esporre oggetti sotto vetro non sono io’,”.

A proposito della valorizzazione della storia ebraica della Penisola, sulla newsletter di Pagine Ebraiche dedicata al pubblico internazionale si parla anche del progetto di recupero dell’antico cimitero ebraico di Mantova, nell’ambito dei lavori dedicati al Mantova Hub nella periferia Est della città. Il cimitero sarà così protetto ma anche aperto al pubblico, mentre è iniziato un lavoro di censimento e mappatura delle antiche lapidi che vi si trovavano originariamente e che sono ora sparse sul territorio mantovano.

Cibo e calcio, due passioni tricolori innate, anche e soprattutto per gli italiani all’estero: nel suo appuntamento con Double Life, Daniela Fubini, torinese d’origine e israeliana d’adozione, racconta la sfida del non rinunciare alla buona cucina, spesso fatta di ingredienti infilati in valigia, e di appassionarsi ai Mondiali di Russia in corso in questi giorni con gli Azzurri rimasti a casa.

In Bechol Lashon invece, questa settimana in lingua tedesca, si parla di antisemitismo, con una riflessione della storica Anna Foa tradotta da Milena Porsch, una delle studentesse della Scuola traduttori e interpreti di Trieste che sta svolgendo il tirocinio nella redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Del pericolo che i pregiudizi rappresentano per la società parla anche Juliane Wetzel, storica del “Zentrum für Antisemitismusforschung” del Politecnico di Berlino, intervistata nel dossier dedicato al tema sul numero di Pagine Ebraiche di giugno e curato da Ada Treves (a firmare la traduzione in inglese è Federica Alabiso). “Il passato ci ricorda cosa succede quando xenofobia, odio razziale e antisemitismo dilagano incontrollati nella società e quando i governi soccombono ai movimenti politici nazionali di estrema destra. Odio e pregiudizio minano l’ordine politico democratico e sono favoriti dall’indifferenza. Era vero negli anni Trenta e Quaranta e lo è ancora oggi”, il monito lanciato dalla storica.
Infine in Italics, un articolo dedicato alla vicenda della proposta di una strada a Roma per Giorgio Almirante, firmatario del Manifesto della Razza e segretario del Movimento sociale italiano. In una cronaca della AFP ripresa dal Times of Israel si dà conto della decisione del sindaco Virginia Raggi di bloccare l’iniziativa proposta dal partito Fratelli d’Italia, con la profonda indignazione della comunità ebraica.

rt