Oltremare – Altezze
Tel Aviv guardata dal basso, in particolare dal treno che la taglia tutta in verticale da nord a sud, è diventata davvero una selva. Qui la ferrovia non va sottoterra, resta poco sotto al livello dell’autostrada, la Ayalon che in teoria dovrebbe portare il peso di buona parte dei pendolari che lavorano in zona, a spanne il 90% della popolazione del paese, ma è da anni che non ce la fa, ed è un ingorgo continuo e senza tregua mattina pomeriggio e sera. Anche i treni sono stracolmi e quando i giornali parlano della crisi degli alloggi, e del fatto che lo stato non costruisce mai abbastanza abitazioni per le nuove famiglie, io penso sempre che basta guardare il serpentone di macchine sulla Ayalon e i treni in cui al mattino viaggia oltre il doppio dei viaggiatori che possono trovare posto a sedere, e si capisce subito che per quanto pochi, noi israeliani stiamo diventando velocemente troppi. Ma a Tel Aviv centro i palazzi di uffici arrivano tranquillamente ai 40-50 piani, e crescono come funghi uno addosso all’altro, così vicini che in caso di terremoto si tengono su a vicenda, almeno. Ora si sa che gli israeliani applicano la fantasia al potere in molte cose e io mi domando: ma se una enorme maggioranza del lavori – è provato – si può fare tranquillamente da casa, con internet, video-telefonate e video-conferenze, non si potrebbe ristrutturare tutti quegli uffici nuovi di zecca e adattarli ad uso abitativo? In men che non si dica si risolverebbero gli ingorghi sulle autostrade, i tempi infiniti di arrivo al lavoro, la crisi degli alloggi. Certo poi molti dovrebbero abituarsi a vivere ad altitudini notevoli per Israele, ma cosa sarà per un popolo che in 70 anni è passato dal nulla alle tende e alle baracche di latta, alle case tirate su appiccicando sabbia fino ai grattacieli di oggi. Si manderanno i bambini a scuola in deltaplano senza fare una piega.
Daniela Fubini, Tel Aviv