La Ferrara delle Leggi razziste, l’attualità dell’opera di Bassani
“Sono molto colpita, provo una sensazione di meravigliosa sorpresa. Al tempo stesso, però, trovo quasi normale questa notizia, perché mio padre è stato un grande patriota italiano che, al di là della sua esperienza personale, feroce e crudele, di ebreo, ha parlato di fatti che riguardano l’Italia e il mondo intero. Da quella tragedia lui è riuscito a uscire e, con la sua opera, può ancora parlare ai giovani, farli riflettere”. Ed è questo uno dei grandi lasciti di Giorgio Bassani, sottolinea a Pagine Ebraiche la figlia Paola: la sua attualità. Commentando la scelta del ministero dell’Istruzione di inserire, tra le tracce della maturità di quest’anno, un brano tratto dalla più famosa opera bassaniana, Il Giardino dei Finzi Contini, la figlia dello scrittore spiega: “Il brano scelto, sulla cacciata dell’io narrante dalla Biblioteca Ariostea di Ferrara, è emblematico, perché un atto così razzista e antidemocratico può sempre avvenire, è un pericolo costante”. “Un’ingiustizia – sottolinea ancora Paola Bassani – come quella che descrive in quel brano può veramente colpire i giovani e tutti i lettori, mettendoli in guardia ovunque essi siano. Perché la Ferrara delle sue pagine è l’Italia, è il mondo. In un certo senso, questa traccia fa rivivere mio padre e mi fa particolarmente piacere che ciò avvenga in un momento così importante e critico per la cultura, l’educazione, la società italiana”. La Ferrara di ottant’anni fa, raccontata da Bassani, porta dunque con sé un messaggio che supera i confini geografici e temporali ma è allo stesso tempo il simbolo ben contestualizzato di una delle pagine più buie della storia d’Italia. “Vivendo a Ferrara da due anni e costruendovi il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, ho avuto piena conferma della portata letteraria, storica e universale di quest’opera. – afferma il direttore del Meis Simonetta della Seta – La sua forte attualità, nella descrizione introspettiva dei personaggi e dei loro sentimenti, nell’illustrazione di un periodo storico segnato dalla paura, dalla discriminazione e dalla persecuzione, specie dopo l’emanazione delle leggi antiebraiche del 1938, nonché l’ambientazione in una città tanto italiana come Ferrara, fanno di questo romanzo una chiave di lettura per il nostro ieri, ma anche per il nostro presente, offrendo, come immagino avrebbe voluto lo stesso Bassani, delle riflessioni sul futuro”. E proprio nell’ottantesimo anniversario dalla promulgazione delle Leggi razziste il brano di Bassani riporta alla luce con forza e senza retorica il tradimento dello Stato italiano nei confronti dei suoi cittadini ebrei, un tradimento che nel nostro paese ancora in molti dimenticano, ricorda il presidente del Meis Dario Disegni. “A 80 anni da quella infausta data, occorre riconoscere la dimensione limitata della consapevolezza della corresponsabilità delle istituzioni e di una parte della società italiana nella politica persecutoria nei confronti degli ebrei. Fondamentale, quindi, richiamare l’attenzione degli studenti su quegli sciagurati provvedimenti del regime fascista, con i quali l’Italia deve ancora fare i conti fino in fondo”, il monito di Disegni che poi ricorda il legame tra il Museo dell’ebraismo di Ferrara e la storia personale di Bassani: “il carcere di Via Piangipane, a Ferrara, dove Bassani venne imprigionato, è oggi divenuto la sede del Meis, centro di cultura e di conoscenza della storia degli ebrei italiani, nonché di confronto e dialogo tra le diverse componenti della società del nostro Paese”.
Per il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani la scelta del MIUR rappresenta sia “una scelta di tipo culturale rispetto ai recenti segnali di chiusura, di ignoranza – se non perdita – della memoria” sia un riconoscimento del lavoro fatto da diverse istituzioni per celebrare il centenario dalla nascita di del grande scrittore ferrarese. “Il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del centenario della nascita di Giorgio Bassani, istituito dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo su iniziativa della Fondazione Giorgio Bassani, ha concluso i lavori proprio quest’anno e la nostra amministrazione lo ha supportato nella formalizzazione della donazione alla città del manoscritto autografo de Il Giardino dei Finzi Contini e nell’apertura del Centro Studi Bassaniani a Casa Minerbi, oltre che in innumerevoli altre occasioni. Sforzi che sono serviti a mantenere viva e a diffondere in tutto il mondo la conoscenza intorno a questo autore”. Rispetto alla donazione del manoscritto, il direttore del Meis Della Seta, ricorda come sia stata presentato nel 2016 in Israele alla presenza del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, aggiungendo che il Giardino dei Finzi Contini sarà inoltre protagonista di un’esposizione prevista per il prossimo autunno al Meis: “il 31 ottobre – spiega – si aprirà una mostra del grande artista Dani Karavan su ‘Il Giardino che non c’è’, dedicato attraverso l’arte contemporanea a questo evocativo lavoro di Bassani, che ancora oggi porta a Ferrara visitatori e turisti alla ricerca del giardino reale”.
Daniel Reichel e Daniela Modonesi