…golem
Marvin Lee Minsky, tra i fondatori dell’intelligenza artificiale, raccontava che suo nonno gli aveva riferito che la famiglia vantava un antenato famoso, nientemeno che rabbi Judah Loew, il Maharal di Praga, il cabbalista del XVI secolo creatore del golem. Quest’anno cade il cinquantesimo anniversario dall’uscita di 2001: Odissea nello spazio, tra le opere imprescindibili di Stanley Kubrick e – mi permetto questo appunto personale – film preferito in assoluto di chi scrive. Poiché 2001 ha a che fare direttamente con l’intelligenza artificiale, Kubrick coinvolse Minsky nel progetto in qualità di consulente. 2001 è, a mio avviso, uno di quei film in grado di offrire allo spettatore un’esperienza genuinamente estetica, perché catapulta in un tunnel di suoni e immagini che fa della colonna sonora e del colore i due indiscussi protagonisti. Numerose le scene da antologia: la notte dei tempi e l’alba dell’uomo, scandite dallo Zarathustra di Richard Strauss, l’enigma del monolito, il Danubio blu di Johann Strauss che accompagna la danza delle astronavi, il misterioso finale. Non da ultimo, la soppressione di Hal 9000: “Fermati Dave… fermati… ho paura…”. Hal è un computer umano, davvero troppo umano. Un golem, forse?
Giorgio Berruto, Hatikwa
(21 giugno 2018)