“Poi penseremo anche agli ebrei…”

bassano“Prima occupiamoci dei Rom, dei neri, e dei meridionali. Poi penseremo anche agli ebrei e a Soros, una cosa alla volta” scrive un sostenitore di Matteo Salvini in risposta a un post, pubblicato sulla pagina Facebook del ministro dell’Interno, dove un’immagine accompagna il viso di Soros a una nave ONG, in perfetto stile Orban. Magari chi ha scritto questo commento è un “troll” o un provocatore, come verificarlo? Ma queste parole cariche d’odio e violenza aumentano di giorno in giorno e sono sempre rivolte verso chiunque non “puramente italiano”. Come ha rilevato, l’Osservatorio Italiano dei Diritti – Vox, dal 2017 al 2018, solo su Twitter, l’odio nei confronti di donne, stranieri, musulmani ed ebrei è aumentato dal 32,45% al 36,93%. Senza che ci siano stati nel frattempo aumenti di sbarchi, un numero maggiore di reati, o attentati terroristici nel nostro paese. Contemporaneamente i nuovi governi definiti “populisti” o “sovranisti” che si sono insediati in Occidente raramente hanno speso tempo per spegnere o mitigare questo clima, hanno altresì continuato a veicolare (volontariamente o meno) il messaggio che migrante o straniero equivalga a criminale, terrorista ed invasore, o come colui che non avrebbe di meglio da fare che attraversare un confine o il mare per puro divertimento.
Nessuno stato del mondo ha mai avuto in realtà una politica aperta e accogliente nei confronti di chi emigra, neppure governi socialisti, socialdemocratici e tanto meno quelli dell’ex Patto di Varsavia. Aldilà però delle idee individuali e delle politiche sull’accoglienza/respingimento di migranti, chiunque non può, non deve tacere sul linguaggio in voga di demonizzazione, e talvolta di disumanizzazione, nei confronti di stranieri e “diversi”. Dovremmo tutti ben sapere, leader politici in primis, quanto non solo un modo di comunicare, ma anche una frase, una solo parola, seppur mal interpretata, possa sfuggire dal proprio controllo e avere gravi e irrimediabili conseguenze. Se l’utente che ho citato all’inizio di questo testo un giorno si alzasse di buon mattino per attuare, anche autonomamente, i propri insani propositi, la responsabilità del gesto non dovrebbe esentare colui che avrebbe potuto frenare tali tendenze, e spiegare, chiarire meglio con pensieri e più vaste argomentazioni ciò che invece ha deciso di delegare a tre parole e a un’immagine equivoca.

Francesco Moises Bassano