…Pontida

Ha fatto molto discutere la comparsa della bandiera di Israele al raduno di Pontida, molto meno (anzi nulla) la sparata di Salvini sulla macellazione rituale.
«Lavoreremo per punire chi maltratta gli animali», ha detto il Ministro dell’Interno. L’obiettivo è presto detto: «Penso ai “fenomeni della sinistra – aggiunge – che permettono obbrobri come la macellazione islamica che sgozza gli animali facendoli soffrire come non dovrebbero”. Ora, a parte l’abnorme contraddizione di un partito che ha sempre difeso i cacciatori di ogni risma, anche estendendo i limiti della stagione di caccia nelle regioni dove ha governato, queste frasi dovrebbero suonare come un campanello d’allarme ad orecchie ebraiche. Inutile dire che ogni attacco alla macellazione rituale si risolverebbe in un attacco alla kashrut. Mi ha davvero stupito l’assenza di reazioni da parte di voci ebraiche, che, invece, si sono molto spese nel sottolineare la presenza della bandiera di cui sopra. Sono, invece, cose che dovrebbero far comprendere bene quanto sia strumentale la difesa di Israele da parte di questi signori, tutta giocata in funzione anti-islamica. Di esempi ne abbiamo già avuti in questi anni in Olanda, o in Francia: quando si tratta di dover scegliere fra la difesa delle tradizioni ebraiche e la propaganda anti islamica, che porta molti voti, si sceglie senza indugi la seconda. Cosa che non stupisce affatto: anche in passato c’è stato chi si definiva amico degli ebrei, magari anche avendo amanti ebree, e poi si è visto come è finita. Non resta che l’invito a non fermarsi agli slogan e alla superficie della propaganda. Bisogna piuttosto comprendere i processi politici che si agitano sotto. Come diceva il filosofo Ludwig Wittgenstein, non esiste niente di più profondo della superficie.

Davide Assael

(4 luglio 2018)