Lo Strega alla Janeczek
Nel segno di Gerda Taro
A 15 anni dall’ultima volta una donna vince il Premio Strega. È Helena Janeczek, con il suo formidabile La ragazza con la Leica pubblicato da Guanda e dedicato alla figura di Gerda Taro. “Un rimpianto e un mistero. Una donna, affascinante, vitale e soprattutto sfacciatamente libera, in un’epoca in cui la libertà era fatta di grandi ideali, di sogni, di pericolo. Un racconto corale, che esalta la già non comune vicenda di una fotografa, Gerda Taro, che per molto tempo è stata nota solo come compagna del ben più famoso Robert Capa” spiegava Ada Treves su Pagine Ebraiche di gennaio. Raccontava la scrittrice, nata a Monaco di Baviera da una famiglia polacca di origine ebraica, ma in Italia da oltre trent’anni, al giornale dell’ebraismo italiano: “Facendo ricerche, scavando documenti dagli archivi, andando a leggere documentazione spersa in mille diversi luoghi, ho trovato storie incredibili, coincidenze che davvero sembrano inventate. Eppure sono vere, documentate. Ci sono storie molto più incredibili di alcune situazioni che ho usato per permettere alla storia di scorrere senza salti”.
Un’edizione, questa dello Strega, segnata dal costante intreccio tra Storia, Memoria e racconto. Ad aggiudicarsi il Premio Giovani la scrittrice Lia Levi con il suo Questa sera è già domani, ispirato al marito Luciano Tas e dedicato alla persecuzione antiebraica del fascismo a partire dal ’38.
(6 luglio 2018)