La maturità è tutto
Se gli intellettuali fossero sempre fedeli all’etimo della loro etichetta, giunti alla frontiera fra la tribù degli epopti e quella dei logici, dovrebbero rovistare nella loro catana, per vedere se vi sia qualche opera di Martin Van Creveld. Se lo facessero, firmerebbero di meno e studierebbero di più. Intanto, potrebbero abbeverarsi anche agli insegnamenti non iniziatici: “if you are strong and fighting the weak, then if you kill your opponent then you are a scoundrel… if you let him kill you, then you are an idiot”: ecco il dramma dell’uomo, troppo presto accantonato. Purtroppo, indaffarati come sono ad indignarsi, ormai votati all’autocompiacimento, vi potrebbe essere chi legge e critica Ernesto Galli della Loggia quanto basta per rimuovere i suoi riferimenti a taluni numi tutelari, fra i quali spicca l’attore che spiega ai bisognosi sia Dante che la Costituzione. Eppure, per quest’ultima, andrei a vedere quanto hanno scritto, fra altri, Luigi Sturzo, Roberto Lucifero, Arturo Carlo Jemolo. L’intelletto – intelligere – richiama la comprensione; “Ripeness is all”, ricordava Cesare Pavese, citando King Lear. Basterebbe?
Emanuele Calò, giurista