Diritti umani, ok alla Commissione
Segre: “Un impegno necessario”
Duecentosessantadue voti a favore, sedici astenuti, zero contrari. Apparentemente una voce quasi del tutto unanime e concorde. Ma ieri, nell’aula del Senato, chiamata ad esprimersi sull’introduzione di una Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani con prima firmataria Emma Bonino, l’appoggio di Liliana Segre e il sostegno della grande maggioranza dei capigruppo, il confronto è stato spesso aspro. In particolare per l’iniziativa di Fratelli d’Italia, che ha provato in ogni modo a far fallire questo progetto. Anche attraverso l’inserimento di tutele non previste per quello che si propone di essere “un organismo permanente, con l’obiettivo di mantenere elevato il monitoraggio e l’attività di indirizzo sui temi della promozione e della tutela dei diritti fondamentali della persona”, come quelle (illustrate dalla senatrice Isabella Rauti) “dei diritti dei nascituri, della tutela della vita dal concepimento alla morte naturale”. E con un richiamo al riconoscimento, definito “indispensabile”, al “diritto a non emigrare”. Temi e concetti su cui il dibattito è stato acceso.
Il lavoro della commissione, che sarà formata da 25 membri, si ispirerà al concetto che la tutela dei diritti umani “rappresenta uno degli elementi fondanti dell’ordinamento nazionale, configurandosi altresì quale patrimonio comune della comunità internazionale e dell’umanità nel suo insieme”.
Nel suo intervento Bonino ha esordito sottolineando come il tema trattato, in generale, non vada molto “per la maggiore”. Anche se, ha poi aggiunto, “il Senato ha sempre dimostrato, in tutte le sue formazioni e in tutte le sue maggioranze, una grandissima sensibilità”. Ad essere letto anche un messaggio della senatrice a vita Segre, da cui è recentemente partita la proposta di istituzione di una Commissione parlamentare contro il razzismo. “È necessario – il suo pensiero, letto proprio da Bonino in aula – mettersi subito al lavoro, perché il rischio del ritorno all’umanità dei tempi bui, come diceva Hannah Arendt, è sempre dietro l’angolo. Questo strumento ci ricorda come il decennio più lungo del Novecento, quello che ha traghettato il nostro Paese dalla tempesta dell’indicibile all’età dei diritti, non sia ancora concluso”. L’attuazione della Costituzione, ha poi osservato la Testimone, “è un dovere politico e morale”. A settant’anni dall’entrata in vigore della Carta e in vista della prossima celebrazione della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il suo pensiero è che “finché la nostra Costituzione non avrà piena attuazione, quel decennio nefasto si aggirerà sopra le nostre coscienze a ricordare che l’idea di umanità, tipica dell’illuminismo, a volte ha trovato collocazione non solo nell’orrore dei totalitarismi, ma potrebbe ancora germogliare erba maligna nell’indifferenza del terzo millennio”.
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(11 luglio 2018)