…consapevolezza
Non si tratta già più di scegliere fra un partito o un altro. Si tratta di aprire gli occhi e ammettere che ci stiamo dibattendo fra fake news e guasconate, che dopo aver imparato a mettere all’indice l’avversario con calunnie e diffamazioni ora stiamo imparando rapidamente a isolare lo straniero. Il clima civile è già ampiamente avvelenato. Se nell’internazionale città di Venezia un portabagagli di colore viene assalito e pestato a sangue da portabagagli locali non fa nessun effetto, e nessun effetto fa che gli urlino dietro “È il paese di Salvini! Viva Salvini!”. La gente attorno assente volentieri e la forza pubblica assiste indifferente.
Le alleanze politiche del paese si stanno sfaldando per nuove, inaspettate alleanze. Lo spirito nazionalistico viene solleticato e nutrito giorno dopo giorno. Il linguaggio politico, sociale e mediatico si sta degradando sotto i nostri occhi come se fosse il naturale percorso della modernità e del progresso.
I grandi problemi del paese vengono discussi a livello di trivio con proposte abbozzate in birreria, senza troppe preoccupazioni per le conseguenze che porteranno. L’importante sembra operare in superficie, per un effetto di percezione immediata, senza alcun interesse per il lungo termine.
Ricorrono alla mente versi premonitori:
… da qualche parte fra sabbie del deserto
una forma con testa di leone e testa d’uomo,
lo sguardo vuoto e spietato come il sole,
muove lente le cosce, mentre tutto intorno
volteggiano le ombre degli sprezzanti uccelli del deserto.
W.B. Yeats
Ma questi non sono tempi per la poesia.
Dario Calimani, Università di Venezia
(17 luglio 2018)