JCiak – Ali G contro Trump
Sacha Baron-Cohen – alias Borat, alias Ali G – è tornato. E stavolta promette di portare in scena l’America di Trump e le sue contraddizioni. Anticipato da un brusio mediatico che ha moltiplicato le aspettative, domenica è andato in onda su Showtime il suo ultimo progetto. Il titolo, Who Is America?, non lascia spazio ai dubbi. Il nuovo lavoro del comico inglese, 46 anni, per ora ricalca la struttura di Ali G (2002), in cui nei panni di tre personaggi, tutti estremi, Cohen metteva alla griglia i suoi intervistati fino alle più strepitose conseguenze.
Nella prima puntata Cohen ha incarnato Billy Wayne, surreale uomo di destra; il dottor Nira Cain-N’Degeocello, altrettanto surreale esponente della sinistra; il truffatore Rich Sharron e l’irresistibile Erran Morad, mascelluto esperto israeliano di antiterrorismo, inventore dei Kinderguardians: bimbi addestrati dall’asilo a usare le armi per proteggersi dalle sparatorie nelle scuole. Fra gli intervistati figurano invece Bernie Sanders; una pattuglia di politici pro-gun e, nelle prossime puntate, i politici conservatori Sarah Palin, Roy Moore e Joe Walsh che hanno già minacciato sfracelli legali. L’unico effetto è stato finora di incuriosire ancora di più il pubblico.
La satira di Cohen spazia, imparziale, sull’intero arco politico. Con i conservatori interpreta un liberale da burletta, con i liberali è un altrettanto ridicolo conservatore. Con i politici pro-gun il gioco funziona alla grande. Quando, nei panni dell’israeliano Erran Morad, Cohen mette in campo il folle progetto dei Kinderguardians contro le sparatorie le scuole che stanno falcidiano l’America, è difficile non ridere.
L’idea di bambini di tre anni armati di pistole rallegrate da animaletti di pezza e chiamate allegramente Puppy Pistol, Uzicorn, Best Friend Forever – conquista però una buona passerella di noti conservatori. Il gioco è quello che conosciamo dagli altri lavori di Sacha Baron-Cohen. A una prima domanda quasi sensata segue un fuoco di fila di idiozie. E, come ipnotizzato, l’intervistato invece di alzarsi e fuggire danza a quel ritmo fino all’autodistruzione.
Non funziona sempre. Messo davanti alle fantastiche teorie di Cohen, Bernie Sanders appare confuso e annoiato più che surreale. E ogni tanto il gioco suona fuori luogo, come accade nell’intervista a Trent Lott, già senatore di maggioranza. “Le donne hanno bisogno di un’arma”, ridacchia Morad/Cohen. “Mia moglie ne ha una e una volta mi ha sparato (…). Ma non è stupro se è tua moglie”. L’altro sghignazza e i due si stringono la mano. Sentir parlare di stupri a questo modo è raggelante.
La prospettiva di vedere Sarah Palin, sempre sanguigna, a tu per tu con gli sproloqui del comico rimane però irresistibile. E la memoria dell’incontro fra il comico e il futuro presidente Trump nel 2002 e dei successivi scontri – ritwittato da Cohen prima della messa in onda del nuovo programma – non fa che stuzzicare l’appetito.
La prima puntata di Who Is America? ha avuto un buon rating, anche se non eccezionale. La preview di dieci minuti postata su Youtube il giorno prima aveva però totalizzato oltre dieci milioni di spettatori.
Daniela Gross
(19 luglio 2018)