Rabbanut…

Non sono un sostenitore del movimento conservative né di quello riformato.
Non ne condivido i principi storici e sociali ed halachici di genesi, né tantomeno le derive politiche o un certo snobismo intellettuale.
Questo però non mi pone contro quei movimenti e sono inorridito da quanto accaduto ieri in Israele a Haifa.
Rav Dov Chaiun, rabbino della comunità conservative “Moriah” di Haifa, ieri mattina è stato svegliato dalla polizia che ha bussato alla sua porta e che lo ha “invitato” in commissariato per essere interrogato, come un delinquente qualunque, per aver celebrato matrimoni al di fuori del sistema controllato dalla Rabbanut centrale.
In questi giorni che ci vedono camminare verso il digiuno del 9 di Av, che commemora la distruzione del Tempio di Gerusalemme, è davvero ironico, se non tragico, leggere questa notizia che esprime odio, faziosità, potere, divisione, visto che il Tempio è stato distrutto a causa dell’odio interno al popolo ebraico, delle lotte per il potere, della faziosità e delle divisioni.
Preoccupa l’idea di uno Stato democratico che arresti un suo cittadino solo perché non è riconosciuto come ufficiale di stato civile dalla Rabbanut (ci chiediamo come mai la Rabbanut non applichi lo stesso zelo legale per fermare coloro che non concedono il divorzio ai partner che lo richiedono) e preoccupa ancora di più l’idea che per molti rabbini fuori da Israele la Rabbanut haRashit resti: “L’unico punto di riferimento veramente valido”, come mi è stato detto qualche tempo fa da un collega che vive al di là del mare.
E pensa che scemi noi rabbini in Israele che, come Rav Beny Lau o Rav Bigman Rosh Yeshiva ortodosso di Maale Gilboa, invece viviamo con brividi questa assenza di democrazia, questa involuzione teocratica, questa offesa ai diritti di libertà.
Ci vuole solo una citazione del libro delle Lamentazioni che leggeremo sabato sera se Mashìach non dovesse venire: “Facci tornare a te Eterno e torneremo, rinnova i nostri giorni come in passato”. Facci tornare: permettici di avere il coraggio di tornare, permettici di avere il coraggio di indignarci.

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino