“Niente Mondiale, sei israeliana”

liIl Judoka egiziano che, a Rio 2016, non stringe la mano al suo avversario israeliano che l’ha appena sconfitto. I judoka israeliani che, protagonisti nel 2017 in un torneo ad Abu Dhabi, son costretti a cantarsi l’inno da soli e a scendere sul tatami senza alcun richiamo al proprio paese sulle divise come concesso a qualsiasi altro atleta in gara. Due episodi tra i tanti che mostrano con lacerante evidenza un problema cui i vertici mondiali dello sport sembrano non aver prestato sufficiente attenzione.
Una nuova sconfortante vicenda ha per protagonista in questi giorni una talentuosa bambina israeliana di 7 anni, Liel Levitan, considerata dagli addetti ai lavori un vero prodigio degli scacchi (si è da poco imposta nei campionati europei di Cracovia, cui hanno partecipato diverse centinaia di studenti di scuola elementare).
Il suo sogno era quello di vincere i Mondiali di categoria, in programma nei prossimi giorni in Tunisia. Ma dallo Stato arabo è arrivato un netto rifiuto: non vogliamo israeliani in gara.
Levitan avrà la possibilità di farsi valere in un World Alternative Championship, organizzato proprio in Israele come risposta al boicottaggio crescente anche nel mondo dello sport. Ma il problema resta drammaticamente aperto, nel silenzio e nell’indifferenza di tanti.

(24 luglio 2018)