Qui Trieste – Redazione Aperta
“Italia, una società che cambia.
Ecco la nostra fotografia”
Una società in forte evoluzione, con un carico ingente di incognite e tensioni di cui tener conto. È la fotografia dell’Italia di oggi, anche alla luce della profonda mutazione del quadro politico da poco avvenuta, che l’istituto di ricerca Swg ha elaborato nel rapporto di recente stesura “Il 2018 e la politica”. A parlarne a Redazione Aperta, all’interno di un confronto cui è intervenuto anche l’assessore UCEI al Bilancio Davide Romanin Jacur, il presidente di Swg Maurizio Pessato. Con Swg ha iniziato a collaborare nel 1990 e negli anni ha seguito il settore dei sondaggi di opinione, della pubblica amministrazione, delle organizzazioni socioeconomiche, le indagini sociopolitiche e gli osservatori periodici della società. Consigliere dell’Assirm dal 2007, Pessato è anche presidente della rete internazionale di istituti indipendenti Intersearch.
Dati e tabelle alla mano, ha affrontato il tema da più punti di vista. Una analisi comparata del voto per segmenti socioprofessionali, un confronto tra flussi elettorali nel 2013 e nel 2018, il clima sociale, un approfondimento specifico su politica, rappresentanza e partiti. Ad essere evidenziata la peculiarità del “populismo all’italiana”. Una forza, spiega Pessato, “che ha dimostrato di essere trasversale”. Molto diversa quindi dal populismo in Germania e Francia, o nei Paesi dell’Est Europa, “chiaramente connotato a destra”. O in quello statunitense, di cui Bernie Sanders viene indicato come portabandiera, “che è invece radicato a sinistra”. Unico caso simile, prosegue Pessato, “è Ciudadanos in Spagna, ma non con la stessa trasversalità”.
A favorire l’ascesa di Lega e Cinquestelle, con la prima che nell’ultimo sondaggio Swg ha superato la seconda per numero di consensi, sarebbe “un cambiamento socioeconomico emozionale” in corso nel paese. E un crollo verticale di alcune certezze, che ha determinato un assetto istituzionale radicalmente diverso rispetto al passato “con la scomparsa di partiti che, nel bene e nel male, hanno tenuto la scena per lungo tempo”.
Tra i dati illustrati quello relativo alla crescente sensazione, da parte dei cittadini italiani, di non poter più realmente incidere sul proprio futuro. Nel 2005 lo riteneva possibile il 51% degli intervistati. Oggi quel dato si attesta sul 26%.
Altro dato significativo quello che riguarda la fiducia degli italiani nei confronti dei partiti, sceso addirittura all’8%. Molto scarso anche l’appeal dell’Unione Europea, degna di fiducia per poco più di un terzo degli italiani (36%). Nel 2010, pur in piena crisi economica, il dato era del 55%.
Politica, economia, esteri, migranti: questi alcuni dei temi più sensibili investiti dal problema delle fake news. Non a caso, fa osservare il rapporto Swg, i principali irrigidimenti sull’Italia presentatasi al voto riguardavano “il no agli immigrati, lo stop all’Islam, il senso di insicurezza”.
(Foto di Giovanni Montenero)
(25 luglio 2018)