mitzvoth…

La Torà rileva: “Qual è una grande gente che ha statuti e norme giusti come tutta questa Torà che io pongo davanti a voi oggi?”
In questo versetto sono nominate tutte le tipologie dell’insegnamento divino, che, come sappiamo, si dividono in “chuqqìm”, “mishpatìm” e “toròth”. I “chuqqìm”, o “statuti”, sono quelle norme di cui non comprendiamo la logica, come le regole della mucca rossa. “Mishpatìm” (che generalmente raduciamo “norme”) sono quelle mitzwòth che anche se la Torà non ce le imponesse le faremmo ugualmente, come il divieto di uccidere e simili. “Toròth” sono quelle alle quali non penseremmo se la Torà non ce le desse e ce le spiegasse. Sono quindi le Toròth che ci fanno capire che tutte le mitzwòth della Torà sono giuste, perché se esse hanno una motivazione che la Torà ci dimostra valida, anche le altre mitzwòth, comprese quelle non comprensibili, devono avere una loro intrinseca motivazione valida; non percepibile, ma valida.
È esattamente questo che dimostra la grandezza di D.o, che ce le ha date, e la grandezza nostra quando le manteniamo.

Elia Richetti, rabbino

(26 luglio 2018)