Setirot – Responsabilità individuale
A proposito di responsabilità individuale, crocefissi obbligatori, stravolgimento di ogni principio etico e democratico.
“Di questi tempi, in cui ci vengono a raccontare che l’etica è tutta relativa «e ciò che è buono in Europa non lo è in Africa, ciò che è morale al Sud non lo è in Oriente o in Occidente, a volte penso al semplice fatto che non c’è nessuno al mondo che non sappia cosa sia la sofferenza. Lo sanno tutti. Non tutte le sofferenze si assomigliano, ma non esiste una sola persona “normale” che, quando fa del male al suo prossimo, non abbia la coscienza di fare del male. Gesù Cristo ha detto ai suoi discepoli: “Perdona loro perché non sanno quello che fanno”. Io dissento da Gesù, non nel merito del “perdona loro”, a volte si può perdonare, eccome. Io dissento da lui nel merito del “non sanno quello che fanno”: Gesù attribuisce talora a tutta l’umanità una condizione di innocenza morale che fa il male solo perché è ignara del fatto che sia il male». Sbaglia, Cristo, e induce in errore. «Quando provochiamo sofferenza a un’altra persona, o a un gatto, sappiamo perfettamente quello che stiamo facendo. Lo sa anche un bambino piccolo (…) Il dolore è assai democratico. Forse persino un poco socialista: non distingue fra il ricco e il povero, fra chi è forte e chi è debole, fra il nobile e la persona comune, fra l’ebreo e il gentile, fra il nero e il bianco, fra il tiranno e il suddito. (…) Dal che deduco un imperativo morale quanto mai semplice: “Non causare sofferenza”». (Amos Oz, Cari fanatici, Feltrinelli, pagine 43 e 44).
Stefano Jesurum
(26 luglio 2018)