Clara Sereni (1946-2018)
“Ebrea per scelta più che per destino, donna non solo per l’anagrafe, esperta di handicap e debolezze come chiunque ne faccia l’esperienza, utopista come chi, radicandosi in quanto esiste qui e oggi, senza esimersi dall’intervenire sulla realtà quotidiana, coltiva il bisogno di darsi un respiro e una passione agganciati al domani”.
Si definiva così Clara Sereni, scomparsa nelle scorse ore all’età di 72 anni. Sono parole tratte da Taccuino di un’ultimista, uno dei suoi scritti più profondi e apprezzati. Figlia di Emilio Sereni e Xenia Silberberg, nipote dell’eroe sionista Enzo, era nata a Roma, dove rimarrà fino al 1991 (anno del suo trasferimento a Perugia). Il suo esordio da scrittrice nel 1974 con Sigma Epsilon, racconto autobiografico di una generazione caratterizzata da un forte impegno politico. Erano poi seguiti, tra gli altri, Casalinghitudine, Manicomio primavera e Il gioco dei regni.
A Perugia, dal 1995 al 1997, ha ricoperto l’incarico di vicescindaco. Mentre nel 1998 ha promosso la Fondazione Città del sole – Onlus, che offre un aiuto a disabili psichici e mentali gravi e medio-gravi. Un impegno che abbraccia anche per ragioni familiari, avendo un figlio psicotico dalla nascita.
Sereni è stata editorialista per l’Unità e Il Manifesto e ha tradotto e curato opere di Balzac, Stendhal, Madame de La Fayette.
Tra i tanti commossi ricordi spicca quello del Capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha affermato: “Ho appreso con dispiacere la notizia della scomparsa di Clara Sereni, scrittrice colta, sensibile e raffinata. Una donna che ha speso gran parte della sua esistenza al servizio della comunità e delle persone più svantaggiate”.
(27 luglio 2018)