Ticketless – Incubi e querele
Povero Salvemini! Il suo insulto a Giolitti, «ministro della malavita», ritorna nell’attacco di Saviano contro Salvini. Dopo vent’anni di dittatura fascista e di esili, il povero Salvemini dovette ricredersi. Al peggio, ebbe a dire, non c’è limite, l’età giolittiana aveva avuto i suoi meriti. Facciamo i dovuti scongiuri, d’altra parte chi scrive rimpiange il pentapartito. Nell’attesa proviamo, come sempre, a sorridere pensando allo scioglilingua che metterà in crisi gli avvocati in tribunale chiamati a verificare se la diffamazione ha fondamento: Salvemini, Saviano, Salvini, Salviano, Salveminiano, Salveminini … che pateracchio. Comunque vadano a finire le cose, diciamo la verità: l’offensiva dell’autore di Gomorra poteva essere calibrata meglio. Si poteva lasciare in pace Salvemini e procedere spediti al bersaglio, come invece ha fatto «Famiglia Cristiana» con un Vade retro Salvini! che non si presta a equivoci. Dopo aver visto la copertina del settimanale cattolico, e dopo aver rimuginato sul fatto che, forse, quando la gente viene lasciata per giorni fuori di un porto, sarebbe il caso che si levasse una voce anche dal mondo rabbinico. Così, nella notte ho avuto un incubo. Mi è apparso in sogno un twitter di Salvini in cui si leggevano irripetibili ingiurie in yiddish rivolte contro se stesso. Un dybbuk doveva essersi impadronito del Ministro dell’Interno perché dalla foto si capiva che a pronunciare quelle parole era un bambino affogato in mare.
Alberto Cavaglion