Israele e l’Hasbara

pontecorvoFake news, engagement e AI sono diventati termini di uso comune, ormai abusati sia dai media mainstream che dagli utenti della rete. Poi esistono altri termini e concetti come ad esempio black hat, digital propaganda, SEO, dall’uso più limitato all’ambito degli addetti ai lavori. Ciascuna di queste parole cela sterminati campi della comunicazione digitale su cui Israele è chiamato a confrontarsi per salvaguardare la propria sopravvivenza e futuro. L’Hasbarà è quindi a sua volta sollecitata, giorno dopo giorno, non solo ad aggiornarsi rispetto ai trend della comunicazione 3.0 ma anche ad anticiparli al fine sostenere sempre con onestà ed etica ma soprattutto efficacia le ragioni dello Stato d’Israele.
In Italia, cosi come in molti altri paesi in giro per il mondo, viviamo un periodo storico particolarmente fluido a livello politico e che potenzialmente nasconde insidie dietro ogni tweet. Equilibri una volta considerabili certezze, ogni ora vengono destituite ed archiviate con la stessa velocità con cui si beve un bicchiere d’acqua fresca.
In questo scenario l’informazione, quella seria, gioca un ruolo fondamentale, così come i professionisti della comunicazione. Questi però, da soli, possono incidere fisiologicamente in modo limitato e nell’epoca dei social network e di piattaforme digitali che hanno annullato praticamente ogni distanza, è impensabile non rivedere i propri modelli di relazione con il mondo e ripensarli quindi con un approccio partecipativo e integrato.

Gianluca Pontecorvo

(2 agosto 2018)