JCiak – Separati alla nascita

Quando a 19 anni arriva al college, Bobby si stupisce dell’accoglienza. Saluti, sorrisi, inviti: come se tutti lo conoscessero già. Chi conoscono, scopre alla svelta, è in realtà Eddy che ha studiato lì il semestre precedente. I due, che si somigliano come gocce d’acqua, non hanno mai sospettato l’esistenza l’uno dell’altro ma appena s’incontrano capiscono di essere gemelli.
Finirebbe qui, se non fosse che la loro foto finisce sul giornale. Quando la vede, il giovane David ha l’impressione di trovarsi davanti a uno specchio: stessi occhi, stesso sorriso, stessi capelli ricci e scuri. Un altro incontro e la realtà viene alla luce, più incredibile di ogni fantasia. I gemelli separati alla nascita sono tre.
La loro storia, che negli anni Ottanta aveva affascinato l’America, è ora un documentario intitolato Three Identical Strangers, da alcune settimane con successo nelle sale statunitensi. Diretto da Tim Wardel, il film ricostruisce la storia dei fratelli portando alla luce l’oscuro retroscena della separazione, orchestrata dallo psicologo Peter Neubauer tramite un’agenzia ebraica di adozioni basata a New York.
La storia non finisce bene e non potrebbe essere altrimenti, visto com’è iniziata. Appena nati i tre gemelli vengono dati in adozione. L’agenzia di adozione non mette mai al corrente i genitori adottivi dell’esistenza di fratelli. I bambini crescono in famiglie molto diverse: upper class per Bobby Shafran, middle class per David Kellmann, operaia per Eddie Galland.
In questa collocazione non c’è nulla di casuale, si scoprirà quando il patto di silenzio sarà infranto e le risposte si mostreranno nella loro atrocità. Ma per quello serviranno altri dieci anni. Quando i tre ragazzi si ritrovano e fanno innamorare l’America nessuno fa troppe domande. È un happy end e a tutti piace un lieto fine.
I gemelli vanno in televisione vestiti identici, compaiono nel film di Madonna Cercasi Susan disperatamente (1985) e finiscono per aprire un ristorante a New York, nel Lower East side. Il locale, dal nome poco fantasioso di Triplets, sfrutta la popolarità dei fratelli e macina profitti finché il sodalizio si sfarina e la favola scivola verso la tragedia con il suicidio di Eddie.
Al regista Tim Wardle sono serviti quattro anni per conquistare la fiducia di Bobby e David, oggi 56enni, e convincerli a raccontare la storia dal loro punto di vista. “Le luci si sono spente quando Eddie è morto”, spiega Shafran, avvocato di Brooklyn. “In principio, quando ci siamo riuniti, abbiamo avuto un’incredibile copertura mediatica e tante feste. Ma quella che era iniziata come una storia felice è presto finita. Ormai diffidavamo della stampa e volevamo solo andare avanti”.
Due mesi dopo la morte di Eddie un reporter del New Yorker svela la verità di quell’adozione. A separare i tre bambini non è stato il caso, ma uno studio condotto tra gli anni Sessanta e i Settanta da Peter Neubauer, psicologo infantile di origine austriaca, immigrato negli Stati Uniti negli anni delle persecuzioni razziali, collaboratore di Anna Freud.
A detta dei suoi collaboratori, l’obiettivo era trovare risposta a una domanda antica: chi prevale fra natura e cultura? In altre parole, siamo i nostri geni o l’ambiente, l’educazione, la famiglia, possono sconfiggere il puro dato biologico?
Tradotto in termini sperimentali, se prendiamo dei gemelli e li immergiamo in tre mondi diversi cosa ne è di loro?
La domanda non ha per ora trovato risposta. Neubauer non hai mai pubblicato i risultati dello studio che dopo la sua morte, nel 2008, è prontamente stato secretati nell’archivio di Yale dal Jewish Board of Family and Children’s Services di cui lo scienziato era stato direttore. È però emerso saputo che l’esperimento di ingegneria sociale ha coinvolto altre coppie di gemelli, sembra 15. Quattro di loro, secondo un collaboratore, non sarebbero ancora al corrente della separazione.
Nessuno potrà restituire a Bobby, David e Eddie l’affetto perduto né li ripagherà delle sofferenze patite. La loro felicità di essersi ritrovati ha presto lasciato il posto ai problemi. Costruire un legame con degli sconosciuti si è rivelato impossibile, spiega Bobby. “Non eravamo cresciuti insieme. All’inizio c’erano solo gioia e amore, poi abbiamo iniziato litigare. Non abbiamo mai imparato a discutere e fare pace”. E quasi a suggellare l’impossibile affratellamento, è arrivato il suicidio di Eddie.
L’unica richiesta delle vittime è di poter accedere allo studio, secretato fino al 2066 non si sa per quale ragione. L’uscita di Three Identical Strangers ha comunque smosso le acque. Oltre diecimila pagine sono state messe a disposizione delle vittime anche se, dice David Kellmann, pesantemente corrette. E dopo il debutto al Sundance festival, dove il documentario di Wirdle ha vinto il premio speciale della giuria, i due gemelli hanno ricevuto una lettera di scuse dell’allora presidente del Jewish Board, Alice Tisch.
Non è abbastanza da lenire le ferite né da tacitare le rivendicazioni che sembra siano nell’aria. Certo non è il finale che nello splendore dei loro 19 anni i tre gemelli avevano sognato.

Daniela Gross

(2 agosto 2018)