Drusi, la protesta scende in piazza
È ancora molto lontana dal ricomporsi la frattura tra governo israeliano e comunità drusa, che da giorni contesta la Legge Fondamentale sull’identità ebraica d’Israele recentemente approvata dalla Knesset.
Di “dolore” e “angoscia” avevano parlato i leader della comunità nel corso di un incontro con il Presidente Reuven Rivlin tenutosi dopo il voto in Parlamento. Tre parlamentari drusi si erano poi rivolti all’Alta Corte di Giustizia, definendo la legge un atto “estremo” che discrimina le minoranze del paese. E forti critiche erano arrivate anche da un esponente molto in vista del governo, il ministro dell’Istruzione Naftali Bennett, secondo cui l”è stata fatta troppo frettolosamente”, non rispettando le diverse sensibilità di tutti i cittadini di Israele. E in particolare dei drusi, da sempre protagonisti della vita e della democrazia israeliana.
Ieri sera la contestazione ha preso la forma di una protesta con molte decine di migliaia di persone che si sono ritrovate a Tel Aviv, in piazza Rabin.
Come riportano i quotidiani israeliani, a prendere la parola è stato tra gli altri il leader spirituale druso Sheikh Muafak Tarif. “Nonostante la nostra lealtà illimitata verso lo Stato, lo Stato non ci considera uguali” ha detto il religioso in apertura di raduno. Mentre l’esponente laburista Shachiv Shnaan, che ha perso il proprio figlio di 22 anni, poliziotto, in un attacco terroristico sul Monte del Tempio a Gerusalemme, ha sottolineato: “Nella santa Gerusalemme il mio amato figlio Kamil ha restituito la sua anima al creatore del mondo. Da allora ho iniziato una nuova vita, con montagne di dolore e fiumi di lacrime. Quando la legge è stata approvata ho capito che sono diventato un cittadino di seconda classe. E che anche mio figlio è stato un combattente di seconda classe”.
Il Premier israeliano Benjamin Netanyahu, nel corso dell’odierno Consiglio dei ministri, ha però respinto ogni critica. “I diritti individuali sono ancorati in molte leggi, inclusa la Legge fondamentale: dignità umana e libertà. Nessuno – il suo messaggio – ha danneggiato o intende danneggiare questi diritti individuali”. Ha poi aggiunto il Premier: “Senza questa legge non possiamo assicurare che Israele rimarrà uno Stato ebraico per le generazioni che verranno”.
Per quanto riguarda il rapporto con i drusi, ha poi sottolineato: “Il nostro legale con questa comunità è fondamentale. Pertanto da oggi si insedierà uno speciale comitato ministeriale con il compito di promuovere questa relazione e al tempo stesso di favorire l’ingresso nelle forze di sicurezza e nell’esercito di cittadini di tutte le religioni e comunità”.
(5 agosto 2018)