Pagine Ebraiche agosto 2018
CR7, il campione dal cuore d’oro
con uno speciale feeling con Israele
Colpaccio solo per la Juventus, che con lui in campo verosimilmente si assicura almeno un altro paio di scudetti consecutivi e punta con decisione alla Champions League, il trofeo che le manca in bacheca da oltre 20 anni, oppure colpaccio un po’ per tutti? Per la Juve, certo, ma anche per il Napoli, l’Inter, il Milan, la Roma e via dicendo. Per una Serie A che torna a riassaporare una centralità mediatica dimenticata? È la domanda che si stanno ponendo un po’ tutti i calciofili d’Italia, in queste ultime settimane. In ogni caso, nel mondo del pallone, l’acquisto di Ronaldo è stata senza dubbio la notizia dell’estate. Perché CR7, oltre che un campione, il più forte della sua epoca insieme a Leo Messi e tra i più grandi di sempre, è un brand globale capace di generare fenomeni irripetibili altrove: milioni di follower sui social che da un giorno all’altro passano dal Real Madrid ai bianconeri, quotazioni in rialzo in borsa, merchandising sfrenato nei cinque continenti. Ronaldo, consapevole della sua dimensione pubblica, è però anche altro. Un uomo di sport che si è distinto per il suo impegno sociale.
In Shimon Peres, l’ex presidente israeliano scomparso nel 2016, aveva ad esempio un grande fan. “Siete e continuate ad essere ambasciatori di pace” aveva detto Peres, che dell’argomento si intende, incontrando i calciatori del Real Madrid in una sua visita al centro sportivo del club spagnolo. In prima fila proprio Cristiano, che al presidente israeliano aveva stretto sorridente la mano condividendo quell’invito. “Siete un esempio e un modello per tanti giovani. Lo sport è il mezzo migliore per promuovere pace, uguaglianza e fratellanza” aveva sottolineato Peres nell’occasione, invitando Ronaldo e compagni in Israele per alcuni tornei.
Iniziative che sono fiore all’occhiello del Centro Peres, che da tempo avvicina arabi e israeliani attraverso il calcio. Il sogno di veder CR7 ambasciatore del Centro per il momento resta ancora una magnifica suggestione. Ma la sua po- polarità, in Israele, è da sempre alta. E molto più significativa del “nemico” Messi, a maggior ragione dopo che lo scorso giugno, su pressione della federazione palestinese, da cui erano arrivate parole assai focose, la squadra argentina in partenza per il Mondiale ha annullato una partita amichevole con Israele per “motivi di sicurezza”. Il governo israeliano, come noto, non l’ha presa bene. Ma anche i tanti appassionati che speravano di vedere da vicino Leo,
che pure col Barcellona era già stato da quelle parti (con tanto di foto, con la kippah in testa, al Muro Occidentale). E così, quando agli Ottavi la Francia ha eliminato la Seleccion, non sono stati in pochi a intervenire sarcasticamente su social network e dintorni. Ricordando anche un fatto meno noto relativo a quel campione di comunicazione globale che è CR7, attore un paio di anni fa in uno spot pubblicitario per la compagnia israeliana di tv via cavo Hot. “Corre voce – aveva scritto scherzosamente CR7 sul proprio profilo Twitter – che stia per diventare una star in Israele. Non per il calcio, ma per una pubblicità HOT”. Un doppio senso abbastanza innocente. Fatto sta che, nel giro di pochi secondi, si era attirato lo sdegno globale di attivisti propal e diffamatori vari.
Per la cronaca: nello spot CR7 scambia alcune battute con tre comici israeliani, che interpretano i calciatori di una squadret- ta sgarruppata cui è stato aggregato un rinforzo per risollevarne le sorti. Il rinforzo, naturalmente, è l’asso di Funchal. E così i tre restano sbalorditi, attoniti, a bocca aperta. CR7, l’uomo dei sogni possibili. Quello della Hot – Ronaldo in una squadra israeliana, magari anche sul crepuscolo di carriera – apparirebbe inverosimile anche all’ottimista più incallito. Ma in fondo sognare non costa niente. D’altronde, se aveste prospettato CR7 a Torino, soltanto poche settimane fa, un tifoso juventino non avrebbe fatto la stessa faccia?
Pagine Ebraiche agosto 2018
(5 agosto 2018)