“Contro gli attacchi da Gaza, Israele farà tutto il necessario”
Dopo la pioggia di missili fatta cadere da Hamas sulla popolazione del Sud d’Israele e la risposta dell’esercito israeliano, regge nelle ultime ore una fragile tregua con Gaza. I quotidiani italiani parlano dello scontro innescato dal movimento terroristico della Striscia e riportano l’avvertimento del ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman: “Faremo qualsiasi cosa si renda necessaria per fermare gli attacchi missilistici da Gaza”. La Stampa fa un quadro della situazione e poi apre un approfondimento sulla difficile vita nel Sud d’Israele: “Le mie figlie amano il mare ma andava bene anche la piscina. Poi, due settimane fa, Afona e io ci siamo trovate in acqua mentre hanno cominciato a suonare le sirene. Qui abbiamo solo quindici secondi per raggiungere il rifugio in sicurezza. Gridavo ‘Afona’ ma lei non sentiva le sirene né la mia voce perché era sott’acqua. È stato tremendo. In piscina non andiamo più”, la testimonianza di una donna di Zikim, kibbutz a poca distanza dal confine con Gaza. “Eravamo con i bambini – la testimonianza di un residente di Sderot, ripresa invece oggi da Repubblica – Abbiamo sentito un fischio e un’esplosione dopo il suono delle sirene. C’era il panico, specialmente tra i piccoli”. Repubblica riporta inoltre la dichiarazione di un alto rappresentante dell’esercito al quotidiano Yedioth Ahronoth: “l’escalation di violenza che ha colpito il confine con Gaza potrebbe portare all’operazione militare più ampia che si sia mai vista nella Striscia”. Sullo sfondo, una tregua di lungo periodo su cui sta lavorando la diplomazia egiziana ma che sembra a questo punto molto difficile.
La strage dello Yemen. Rispetto al Medio Oriente, l’attenzione dei giornali è inevitabilmente molto più concentrata su quanto accaduto in Yemen, dove un missile saudita ha centrato un scuolabus, uccidendo almeno 43 persone e ferendone 60. Molte delle vittime sono bambini. “A poco – scrive Repubblica – servirà lo sdegno internazionale: Riad non ha nessuna intenzione di ammorbidire l’approccio verso gli sciiti. Sembra quasi che il regime saudita sia abbagliato dall’odio verso l’Iran, grande sponsor degli Houthi, al punto da non vedere quanto una condotta di guerra così esasperata metta in discussione la credibilità del Regno. La coalizione combatte all’insegna della ferocia, ignorando ogni appello perla tutela dei civili, affamando la popolazione, mettendo in fuga o privando di casa e di risorse milioni di persone”. “Piegato dalla guerra e dalla fame, lo Yemen vive la peggiore delle crisi umanitarie, con 22,2 milioni di persone che necessitano di aiuti. In tre anni di bombardamenti oltre 10mila persone sono state uccise, decine di migliaia ferite, mentre fame, colera e difterite minacciano costantemente i civili”, il terribile bilancio fatto dal Corriere.
Pistoia, il razzismo per scherzo. Sono stati due minorenni a insultare con epiteti razzisti e a sparare con una scacciacani contro Buba Ceesay, 24 anni del Gambia. “Davanti agli agenti i due si sono detti dispiaciuti per quello che hanno definito uno scherzo come tanti, un gesto non premeditato e senza un autentico movente razzista”, riporta Repubblica. “Sono tornato a correre, ma non più da solo perché mi resta dentro la paura – racconta Ceesay – Sono disposto a incontrare quei ragazzi e a parlare con loro”.
Cultura ebraica a Venezia. Il Corriere spiega che “in attesa della XIX Giornata europea della cultura ebraica, che l’Italia celebrerà il 14 ottobre, il Museo Ebraico di Venezia ha deciso di raddoppiare e di partecipare anche alla data di domenica 2 settembre, scelta dall’Europa”. “Il tema di quest’anno è lo Storytelling – spiega al quotidiano Michela Zanon, direttore CoopCulture del Museo – E noi racconteremo in varie forme la storia del nostro ghetto e delle personalità che lo hanno attraversato”.
Memoria. “Un viaggio di studio con l’Unione ebrei progressisti guidati dal rabbino Henry Brandt, in compagnia di rifugiati musulmani, giovani della comunità ebraica e diversi esponenti politici”, così Repubblica descrive l’iniziativa per la Memoria che ha portato ad Auschwitz dalla Germania esponenti di diverse confessioni e un gruppo di profughi. Tra i protagonisti, Aiman Mazyek, presidente della comunità islamica tedesca, che ha dichiarato che “ogni forma di antisemitismo, o di odio per gruppi umani specifici, o di razzismo, è un peccato davanti all’Islam”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked