Israele-Egitto, al lavoro per Gaza
Il 22 maggio scorso il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha incontrato in segreto al Cairo il Presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi per discutere la situazione della Striscia di Gaza. Un vertice durato poche ore, considerato molto sensibile, tanto che non ne erano stati informati neanche i ministri del gabinetto di sicurezza israeliano. A rivelare la notizia dell’incontro, a distanza di due mesi, l’emittente israeliana Canale 10 che sottolinea l’esistenza di un “rapporto profondo tra l’ufficio del Primo Ministro e l’Ufficio del Presidente egiziano. L’incontro tra Netanyahu e al-Sisi del 22 maggio è solo una parte di questo rapporto segreto. Un altro incontro di questo tipo, rivelato da Haaretz un anno fa, si è svolto nell’aprile 2016 tra al-Sisi, Netanyahu e l’allora leader dell’opposizione Yitzhak Herzog”. Lo scorso settembre a New York Netanyahu e al-Sisi si erano fatti fotografare insieme, ufficializzando le buone relazioni tra i due paesi, relazioni che – spiega il Canale 10 – “stanno diventando fondamentali per la Striscia di Gaza. Per quanto riguarda Israele, gli egiziani sono e saranno sempre il fattore principale e forse l’unico in grado di agire come mediatore con Hamas. Per l’Egitto, prevenire la guerra a Gaza e migliorare la sua situazione umanitaria è fondamentale per la sicurezza nazionale”. Da maggio le parti lavorano ad un accordo che porti a un cessate il fuoco duraturo, un’attenuazione del blocco israeliano su Gaza, l’assunzione da parte del leader palestinese Mahmoud Abbas della responsabilità a gestire nuovamente la Striscia di Gaza, la rinuncia dei terroristi di Hamas a parte del controllo su Gaza e lo stanziamento da parte della comunità internazionale di fondi per ricostruire le infrastrutture nell’enclave palestinese. “In realtà, dopo tre mesi di intensi e lodevoli sforzi diplomatici da parte dell’Egitto, con l’aiuto dell’inviato delle Nazioni Unite Nikolai Mladanov e con il pieno sostegno della Casa Bianca, non sembra ancora possibile raggiungere questa serie di risultati che al-Sisi vorrebbe vedere. – afferma il Canale 10 – E Hamas intanto sarebbe pronto ad accettare un accordo più limitato, un cessate il fuoco in cambio di concessioni israeliane sui valichi di frontiera con Gaza”. Un accordo di questo tipo sembra sia stato effettivamente siglato, almeno stando a quanto dichiarato da un ufficiale israeliano al quotidiano americano Los Angeles Times. Non ci sono conferme ufficiali a riguardo, ma il ministro della Difesa Avigdor Lieberman e i capi dell’esercito si incontreranno in queste ore per valutare la situazione e decidere se allentare o meno alcune restrizioni su Gaza dopo due giorni di calma totale sul confine comunque instabile. I funzionari della sicurezza hanno affermato che l’obiettivo di un eventuale attenuazione delle restrizioni servirebbe a dimostrare alla popolazione di Gaza che la quiete viene ricompensata: dopo il lancio di razzi (oltre 200 nello scorso fine settimana) e di aquiloni incendiari, le autorità israeliane hanno come priorità di garantire la sicurezza e calma nel sud del Paese. Si prevede che Israele ampli il perimetro di pesca di Gaza e riapra il valico di frontiera di Kerem Shalom a condizione che il confine rimanga tranquillo.
d.r.