Maggioranze e minoranze
Temo sia inevitabile: prima o poi quando noi ebrei italiani cercheremo di far valere qualche diritto come minoranza religiosa (non lavorare di Shabbat o nelle feste, assenza di simboli cristiani nei luoghi pubblici, ecc.) qualcuno ci rinfaccerà la legge recentemente approvata alla Knesset su Israele come stato nazionale del popolo ebraico e ci accuserà di incoerenza. Potremmo stare ore, giorni, mesi, anni a spiegare le differenze storiche e culturali tra l’Italia e Israele ma non credo che basterebbe. Ancora di più temo che per evitare eventuali accuse di incoerenza finiremo per rinunciare a priori a far valere qualche diritto.
Va anche detto, però, che i paragoni tra Italia e Israele, per quanto impropri, possono essere interessanti. Anche se L’Italia non è un paese che si proclama ufficialmente cattolico non si può certo negare che la cultura italiana sia intrisa di cattolicesimo in tutti i suoi aspetti, dall’arte alla letteratura (basti solo pensare a Dante e a Manzoni). Questo non impedisce agli ebrei italiani di sentirsi completamente italiani e di sentire come propria la cultura italiana in tutti i suoi aspetti. Allo stesso modo gli israeliani non ebrei potrebbero (e forse già possono) sentire come propria la cultura ebraica, almeno in una certa misura.
Le identità sono complesse e complicate e questo non è un male in un mondo complesso e complicato. Sia per L’Italia sia per Israele mi pare che per il futuro nel rapporto tra maggioranza e minoranze si offrano motivi di inquietudine ma anche prospettive interessanti.
Anna Segre