“Ministri non diventino giudici”
A Genova, tra le macerie del ponte Morandi, si continua a scavare senza sosta. Il bilancio delle vittime è di 38 morti, ma sembra destinato ad aggravarsi. Lo confermano le parole del procuratore capo di Genova Francesco Cozzi che ha parlato di “ancora 10-20 persone disperse”. Sabato, in coincidenza con i funerali di Stato cui parteciperà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’Italia sarà unita in una giornata di lutto nazionale (Repubblica). Mentre proseguono le indagini, il governo si divide sulla linea dura contro Autostrade: il M5S evoca il ricorso alla revoca delle concessioni “qualora ve ne siano le condizioni” – il vice premier Di Maio voleva la revoca immediata e avrebbe spinto Conte ad annunciarla scrive il Corriere -, mentre il ministro dell’Interno Salvini frena: “Non è il momento, ora la società sospenda i pedaggi”. Intervistato da La Stampa il presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick si dice preoccupato di come il governo sta gestendo l’emergenza: “Il crollo impone a tutti una riflessione profonda su necessità di prevenzione e valutazione del rischio e su tutte le tematiche legate alla realizzazione delle grandi opere. Detto questo, mi lascia perplesso l’assunzione di un ruolo molto autoritario e di dogmatica condanna preventiva, fra l’altro sostituendosi alla autorità giudiziaria. È l’ennesima riprova di quel che colgo in tanti altri ambiti di comportamento del governo”. “Si vive solo di presente e il passato viene usato esclusivamente per attacchi di campagna elettorale e per sottolineare la propria diversità. – prosegue Flick ampliando la sua analisi sull’atteggiamento della maggioranza di governo – Che così sconfina in autoritarismo e dogmatismo. Pensi alla proposta di abolire la legge Mancino, mentre continuano ad esserci episodi preoccupanti di xenofobia, e questo nel momento in cui ricordiamo l’ottantesimo anniversario delle infami leggi razziali. L’orientamento dominante è di essere tolleranti solo verso l’intolleranza”.
Il destino di 177 naufraghi. La nave Diciotti della Guardia costiera ha preso a bordo 177 dei 190 migranti soccorsi dalla Valletta in acque maltesi. Ma il destino di queste persone è di nuovo in mano alla politica, sottolinea il Corriere: il ministro dell’Interno Salvini sostiene che la Capitaneria di porto abbia agito “senza che il Viminale fosse informato” e ha “imbarcato gli immigrati mentre ancora si trovavano in acque maltesi per dirigersi verso l’Italia”. Salvini vuole che sia Malta a farsi carico di queste persone. “L’Italia non ha appigli legali per chiedere di fornire un porto sicuro per questo ultimo caso, il porto più sicuro e più vicino è Lampedusa”, la risposta del governo maltese. “Quel barcone sovraccarico di migranti, con il motore in panne, stava imbarcando acqua. – la ricostruzione di Repubblica – E la sala operativa di Roma, ricevuta la richiesta di soccorso da parte di qualcuno a bordo, ha inviato due motovedette veloci e ha trasbordato poi i migranti sulla Diciotti. Che adesso è ferma in attesa che qualcuno le assegni un porto”.
Germania, i servizi segreti e l’estrema destra. Politici e opinione pubblica in Germania chiedono chiarezza ai vertici dei servizi segreti dopo le rivelazioni che riferiscono di diversi incontri tra il capo degli 007 Hans-Georg Maassen, e il leader dell’Afd Alexander Gauland, l’ex leader Frauke Petry e il deputato Stephan Brandner. “C’è il dubbio che il presidente del BW offrisse una vera e propria consulenza politica alla Afd”, attacca un esponente di punta dei liberali, Benjamin Strasser (Corriere).
Fortunata – Ada – Di Segni (1929-2018). Repubblica ricorda la recente scomparsa di Fortunata Di Segni, detta Ada, moglie di Pacifico Di Consiglio, detto Moretto. “Per tutti è sempre stata Anita, come la compagna di Garibaldi. Il Garibaldi degli ebrei romani era suo marito, il leggendario Pacifico Di Consiglio, detto Moretto, pugile dilettante e instancabile punitore di nazifascisti nei mesi dell’occupazione. Al suo fianco, nelle scelte più importanti, c’era sempre Fortunata, scomparsa martedì a 89 anni. Era nata nel cuore del ghetto di Roma e a 13 anni venne cacciata dalla scuola perché ebrea. Si salvò dalla razzia del ghetto il 16 ottobre 1943 e iniziò a scrivere un diario per registrare tutte le vicende di cui fu testimone, augurandosi di riabbracciare i suoi cari deportati”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked