Corbyn, cade l’ultima bugia
“Bds, iniziativa appropriata”
Aveva sempre negato con fermezza: mai stato a favore del BDS. Ossia del Movimento Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni che da anni porta avanti campagne di odio contro Israele, spesso con toni antisemiti, nelle università, nel mondo della cultura e del commercio.
L’ultima menzogna di Jeremy Corbyn, il leader laburista di cui da tempo il mondo ebraico anglosassone e il governo israeliano chiedono le dimissioni, richiesta ulteriormente intensificatasi dopo che negli scorsi giorni sono circolate in rete foto di un suo omaggio ai terroristi palestinesi di Monaco ’72, è stata svelata in un video che lo vede protagonista nel 2015 a Belfast, alcuni mesi prima che assumesse la leadership del partito.
“Jeremy non è a favore di un boicottaggio globale o completo di Israele” aveva detto in dicembre un suo portavoce al quotidiano britannico The Guardian. “Non è quindi favorevole al BDS. Sostiene invece azioni mirate rivolte agli insediamenti illegali e ai territori occupati”.
Nel video di Belfast la sua posizione è ben diversa: “Penso che la campagna di boicottaggio e disinvestimento sia parte integrante di un processo legale che deve essere adottato. Credo che le sanzioni contro Israele siano il modo appropriato di promuovere il processo di pace”.
La pensa molto diversamente l’opinione pubblica ebraica d’Inghilterra. Ha fatto tra gli altri parlare, a fine luglio, l’iniziativa congiunta di Jewish Cronichle, Jewish News e Jewish Telegraph. “United we stand”, il messaggio condiviso sulla prima pagina delle testate. Con un chiaro ammonimento a seguire: “Un uomo che ha difficoltà nel vedere come certa odiosa retorica anti-israeliana si trasformi facilmente in antisemitismo potrebbe essere il nostro prossimo Primo ministro”.
(19 agosto 2018)